CUSTODITI

Ss. Angeli custodi
La Tradizione della chiesa e le Scritture Sacre ci invitano oggi a fare memoria degli angeli, premurosi compagni celesti che Dio ha donato all’uomo come sostegno nel suo esodo da questa vita a quella eterna.

Così dice il Signore: «Io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino
e per farti entrare nel luogo che ho preparato» (Es 23,30)

Siamo sempre inclini a raffigurarci i doni del Signore come una specie di forza supplementare, che potenzia la nostre capacità e ci permette di non restare sempre vittime di peccati o debolezze. Pensando agli angeli come puri spiriti che intervengono a nostro favore, non possiamo allora che immaginarli come potenze libere da quei condizionamenti che ci infastidiscono e di cui facciamo feriale esperienza. La parola del vangelo corregge questa aspettativa, indicandoci la presenza angelica come qualcosa di semplice e di piccolo. 

«Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico 
che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli» (Mt 18,10)

Gli angeli che custodiscono il nostro cammino assomigliano più a un piccolo bimbo che a un muscoloso bodyguard, perché la loro missione consiste proprio nel difendere e sostenere quel cucciolo che è dentro di noi. Il senso del nostro pellegrinaggio in questo mondo, infatti, non è diventare più grandi degli altri, ma come gli altri figli e, quindi, loro fratelli. Questo cammino comporta una lenta e faticosa accettazione della nostra umanità fragile, che conosce molte ribellioni e cadute. Soprattutto molte tentazioni di guardare in alto, anziché in basso.

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: 
«Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?» (18,1)

Il vero inciampo nella vita non è il rapporto con ciò che è più grande di noi, ma quello con la piccolezza e con la necessità di essere accolti, arte nella quale i bambini sono veri maestri. Non contano nulla i bambini, sono puro dono che si offre al riconoscimento e all’accoglienza. Per questo i loro angeli sono sempre rivolti verso il Padre: perché anche Dio è puro dono, che chiede di essere riconosciuto e accolto.

«E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me» (18,5)

Diventare (più) piccolo è il cammino che l’uomo deve compiere per maturare quell’immagine divina che porta con sé. Gli angeli custodiscono e accompagnano proprio questa minuscola porzione che siamo e che dobbiamo diventare consapevolmente. Ci proteggono ogni giorno dal dubbio di essere poca cosa, impedendoci di ricominciare a giocare a chi è il più grande, radice di ogni violenza e sopraffazione. Non sappiamo quale sia il loro aspetto. Ignoriamo il nome e il modo con cui esercitano il loro prezioso ufficio nei nostri confronti. Eppure grazie alla loro premurosa custodia ogni giorno possiamo riprendere il cammino verso quel luogo che il Signore ha preparato per la sua e la nostra gioia.

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