Epifania del Signore

Letture: Is 60,1-6 / Sal 71 / Ef 3,2-3.5-6 / Mt 2,1-12


CHI CERCA TROVA



«Chi cerca trova» (Mt 7,8). 

Chissà se quando Gesù ha pronunciato queste parole stava pensando ai Magi, questi misteriosi scienziati viandanti, che «vennero da oriente per adorarlo» (2,1.3) nei giorni della sua nascita in questo mondo? La festa dell'Epifania corregge e completa la celebrazione del Natale, ricordandoci che attraverso l'incarnazione Dio non è semplicemente apparso nella storia, ma si è manifestato, lasciandoci la fatica e la gioia di doverlo cercare e riconoscere. Con l'Epifania il Natale del Signore diventa un grande mistero, degno della sua divina maestà, segno della nostra splendida dignità. Lasciamo che le Scritture ci conducano «a contemplare la grandezza della gloria di Dio» (cf Colletta) e a «conoscere il mistero» di «Cristo Gesù» (Ef 3,3.6)

 

Misteriosa luce

Il profeta dice a Gerusalemme di alzarsi e di risorgere, perché la luce di Dio sta brillando sopra la sua rovina e la sua desolazione. Così facendo, essa stessa diventerà come un sole sulla terra, verso cui marceranno come eserciti in festa tutte le genti. 


Il Natale non è solo un frutto bellissimo germogliato dalla terra; da quella terra povera e accogliente che sono stati Maria e di Giuseppe di Nazaret. La nascita di Gesù Cristo è anche una luce sfolgorante che Dio, un giorno, ha cominciato a far brillare tra le tenebre del mondo. Come un faro puntato sulla nostra umanità, che il Signore ha deciso di accendere per sempre. Nella misura in cui ci lasciamo illuminare da questa luce, diventiamo a nostra volta luminosi e capaci di rivelare al mondo una Buona Notizia: Dio è con noi!


Ma in cosa consiste questa luce capace di rischiarare tutta la «tenebra» che «ricopre la terra» (Is 60,2)? San Paolo, scrivendo alla chiesa di Efeso, parla della venuta di Gesù come di un mistero, di un fatto meraviglioso e inaspettato, che nessuno poteva immaginare. Il mistero consiste nella scelta di Dio, dopo aver privilegiato per molto tempo uno solo tra tutti i popoli, di rivelare il suo infinito amore per tutti gli uomini. È un bellissimo mistero, una meravigliosa notizia che vuole rallegrare il cuore e la vita di ogni uomo. Ma Paolo aggiunge una cosa importante: questo mistero viene rivelato agli uomini per mezzo dello Spirito: «per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero» (Ef 3,3). Perché Dio è un amante timido e discreto, non impone il suo amore con la forza. Del resto, a che servirebbe? Dio ha manifestato la sua passione per noi senza tentennamenti, ma in una forma che rimane velata, perché non scavalca con violenza il confine sacro della nostra libertà. Ci ha raccontato il suo amore, ma lo ha fatto con un linguaggio un po' cifrato, come se dopo averci fatto un regalo stupendo (il Figlio) Dio vi avesse gettato sopra un velo, una coperta. Solo attraverso lo Spirito questa coperta si solleva e noi possiamo vedere e accogliere il dono della Luce vera, «quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9)


Cercatori di Dio

A noi dunque spetta una parte importante: la ricerca, come hanno fatto i Magi, che in questa bella festa ci sorpassano tutti: arrivano felici e in ginocchio davanti al Bambino Re e ci fanno arrossire di vergogna, lasciandoci un grande insegnamento. Ci ricordano che per incontrare il Natale dobbiamo essere uomini autentici, dobbiamo essere cercatori di Dio.


I Magi vengono da lontano, da oriente. Ciò che li ha fatti camminare è il desiderio di conoscere e di incontrare. La stella è immagine della sapienza che guida il cammino dell'uomo verso la verità. Da sempre gli uomini scrutano il cielo per camminare sulla terra. La stella è simbolo del desiderio di sapere, dall'amore per l'arte, della passione per la scienza, della dedizione alla vita, al mondo, agli uomini e alla natura. È cioè simbolo della ragione e del sentimento, attraverso cui l'uomo si orienta e capisce.


La stella però conduce i Magi solo nelle vicinanze del Dio nato bambino. Infatti la ragione può solo intuire, indagare, immaginare il mistero di Dio, ma non conoscerlo fino in fondo. Ad un certo punto deve aprirsi alla Rivelazione che Dio ha compiuto lungo la storia.


È esattamente quanto i Magi non hanno timore di fare: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (Mt 2,2). Pur avendo fatto tanta strada, pur essendo persone ricche e dotte, i Magi non si vergognano di chiedere, di avere ancora domande nel cuore. Non hanno paura di dire che il loro desiderio non si è ancora compiuto, che la loro vita non è ancora pienamente felice.


Il re Erode, tutta Gerusalemme rimangono turbati di fronte a questa ricerca. Non si rallegrano affatto di questa ricerca coraggiosa e sincera. Temono che la venuta di Dio nel mondo possa ostacolare o ridurre la loro felicità.


Ci sono anche i capi dei sacerdoti e gli scribi che conoscono le Scritture e offrono giuste indicazioni, ma non muovono un passo. Chissà che delusione per i Magi trovare questa fredda e aggressiva accoglienza, prima di raggiungere il bambino! Chissà se anche noi cristiani, ogni tanto siamo così: credenti rassegnati, pigri, addirittura invidiosi e aggressivi? Oppure siamo diventati addirittura un po' atei, delusi da un Dio che sembra più morto che vivo e rassegnati nella sensazione che l'uomo sia in fondo solo in questo abisso che è la vita.


I Magi si rimettono in cammino e al rivedere la stella provano una gioia grandissima. Sì, quando la nostra ricerca e la nostra intelligenza si aprono alla rivelazione di Dio, noi sperimentiamo una gioia immensa, che nessuna cosa di questo mondo può eguagliare.


Arrivano infine davanti al Bambino e credono che in questa umana semplicità ci sia tutto il mistero che stavano cercando. Non si scandalizzano, anzi offrono tutto ciò che hanno: oro per il re, incenso per il Dio nascosto, mirra per l'uomo che dovrà affrontare la morte.


Buon viaggio!

Buon viaggio, amici! L'Epifania ci dice che per incontrare il Re che è nato bisogna essere viandanti, cercatori di Dio. Perché Dio non è semplicemente nato: Dio sta brillando! Ma la sua splendida luce non è evidenza immediata, attende l'incontro con il nostro desiderio e la nostra ricerca di verità. Con il suo Natale, Dio ci ha definitivamente cercato e trovato. È felice di essersi incarnato e ci mostra, sicuro, il suo volto sorridente... Il problema è: noi lo stiamo ancora cercando? Oppure pensiamo di aver ormai capito il suo infinito e inesauribile mistero?


Dio è qui, è vicino; è uno di noi. Ma in qualche modo resta lontano, lontanissimo. Lo possiamo incontrare se seguiamo la stella che orienta la nostra vita, cioè il desiderio di verità, di bellezza e di bene che ci fa muovere i passi, che ci fa prendere decisioni talvolta coraggiose, che ci dona la forza per costruire una nuova umanità.


Sono vivi solo i cercatori. Chi ha smesso di cercare, cattolico o ateo, devoto o laico, non conosce più la vita, né tanto meno la gioia. Si è arroccato dentro un pregiudizio; si è immunizzato dalla stupenda fatica di vivere e di diventare se stesso.


Buon viaggio, amici. Le stelle dal cielo ci strizzano gli occhi e ci invitano a riprendere la marcia.


Abbasso la befana!

Ma che bella festa l'Epifania! Chissà come mai in questo giorno si fa un gran parlare di quella brutta signora anziana, che cavalca una scopa, il cui nome fa solo (quasi) rima con la manifestazione del Signore e del suo incarnato amore!? Siamo proprio degli sprovveduti noi cristiani...


Commenti

Anonimo ha detto…
Nel cammino dei Magi viene quasi tracciato l'itinerario della nostra (mia)fede.
Il cammino dei Magi talvolta è luminoso e piacevole, talaltra oscuro e faticoso: così è anche la nostra (mia) ricerca di Cristo, ma sono convinta che con la costanza si arriva ad un incontro personale con lui, fondamento della fede vera.