ECCENTRICI

Martedì – X settimana del Tempo Ordinario

Le immagini scelte da Gesù per annunciare ai discepoli il senso del loro esistere (le Beatitudini) non fanno solo balzare agli occhi le belle qualità che Dio pone dentro l’avventura umana. Dicono pure quanto questa nostra bellezza non sia — per fortuna — un dono ricevuto per noi stessi, ma esattamente il contrario: una chiamata a uscire da noi stessi, a essere-per-gli-altri.

«Voi siete il sale della terra [...]
Voi siete la luce del mondo [...]» (Mt 5,13.14)

C’è qualcosa di “eccentrico” in queste definizioni con cui il Signore Gesù ci restituisce ai nostri contorni e alla nostra più genuina natura. Il sale non ha altra funzione se non quella di insaporire le pietanze su cui è sparso, rinunciando a imporsi allo sguardo altrui. Se perde questo carattere gratuito e disinteressato, non serve a nulla. La luce, da parte sua, non brilla se non per offrire ad altri la libertà di poter vivere e camminare nella casa del mondo. Con queste immagini il Maestro pone un genitivo a corredo della nostra natura. Ci annuncia che non esistiamo per noi stessi, ma che c’è sempre una direzione in cui la nostra vita è chiamata a consegnarsi. È la sapienza di cui sembra provvista la vedova di Sarèpta quando il profeta Elia le chiede di poter attingere al suo poco cibo, sufficiente a lei e a suo figlio per un giorno soltanto.

Quella andò e fece come aveva detto Elìa;
poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni (1Re 17,15)

Questa donna risponde con generosità all’appello del profeta, perché si mostra libera dalla paura di perdere e di morire. Forse, proprio l’esperienza di aver già perso quanto di più caro nella vita si possa desiderare e avere ha già strappato dal suo cuore il terrore di rimanere a mani vuote. Le ha fatto comprendere che la vita è dono, non possesso o conquista. Per questo ha potuto offrire allo sconosciuto viandate quello che aveva. Per diventare sale. Per essere luce.  

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