MANDATI

Venerdì – XXVI settimana del Tempo Ordinario

Il Vangelo di oggi, dove Gesù termine le istruzioni da consegnare ai suoi apostoli di ogni tempo, ci raggiunge in un un punto ben preciso della nostra sensibilità, sempre bisognosa di gratificazioni e conferme. Andare verso gli altri nella consapevolezza di non essere più soli, ma sempre custodi e portatori di un’altra presenza, dovrebbe dare un profondo sollievo e un grande incoraggiamento al nostro cuore, così facile a entusiasmarsi e a disperarsi per un nonnulla. 

Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me.
E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato (Lc 10,16) 

Chi è di Cristo e sa di non vivere più per se stesso, scopre la pace profonda che consente di non essere mai troppo preoccupati quando gli altri non ci accolgono, né troppo esaltati quando per gli altri siamo una compagnia bella e desiderabile. Vivere ogni giorno a partire da la consapevolezza di non essere più soli e di non poter essere facilmente condannati ad alcuna solitudine, significa imparare a usare bene il tempo che abbiano, senza finire nel grande guaio di non saper entrare in quel Regno che ormai è vicino, in mezzo a noi. 

Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida!
Perché, se a Tiro e Sidòne fossero avvenuti i prodigi 
che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, 
vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite (Lc 10,13) 

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