ULTIMA ORA


31 dicembre Ottava di Natale
Al termine dell’anno (civile) noi cristiani guardiamo ai giorni trascorsi e al tempo che ci è donato di vivere con speciale intensità. Riflettendo sul mistero dell’incarnazione del Verbo, san Giovanni arriva ad affermare che la storia ormai può essere da noi interpretata e vissuta come un tempo ultimo. Non nel senso che poi non ne esisteranno altri, ma che si tratta di un tempo pieno, decisivo, mancante di nulla. Diventando simile a noi, infatti, Dio ha scoperto tutte le sue carte. Ci ha definitivamente mostrato il suo invisibile volto.

Figlioli, è giunta l’ultima ora.
Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire,
di fatto molti anticristi sono già venuti.
Da questo conosciamo che è l’ultima ora (1Gv 2,18)

È conseguenza paradossale, ma terribilmente vera, del Natale del Signore. La conferma che si tratti di un tempo ultimo è data dal fatto che, da quando Dio si è fatto visibile nella carne di Gesù Cristo, anche il rifiuto della sua presenza può esprimersi con piena forza. Da duemila anni, infatti, “poteri” diversi da quello della croce cercano di influenzare e dirigere la storia. Li vediamo ancora orientare il pensiero, le scelte, gli accordi nella nostra società contemporanea: soldi, successo, benessere, tecnica, intrattenimento, ecc. In tanti modi — diversi ma in fondo sempre uguali — l’uomo tenta di sfuggire alla logica dell’incarnazione, che è l’unica luce vera che illumina ogni uomo e nessuna tenebra può vincere.

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome, i quali,
non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati (Gv 1,12-13)


Al termine di un altro anno vissuto in questo mondo — mentre ancora una volta ricordiamo quanta «grazia su grazia» (1,16) sia scesa dal cielo per noi e per ogni fratello e sorella — conviene chiederci in quale modo abbiamo usato il nostro tempo e la nostra libertà. Domandarci con franchezza quanto ci siamo umanizzati, quanto abbiamo saputo essere occasione di incremento di vita. In che misura abbiamo esercitato il potere ricevuto nel battesimo: diventare figli. Non del nostro “io” o di quello degli altri, ma del Dio venuto nella carne. Solo così potremo anche rinnovare il proposito di esercitare quest’unico potere che il cielo ha donato alla terra ed è capace di trasformare la storia nel regno di Dio. Solo così potremo concludere l’anno accarezzando il sogno di fare dell’ultima ora che ci è data un piccolo capolavoro di umile consenso alla realtà. Quella di Dio e quella nostra. Per nulla intimoriti di sbagliare o di ferirci. Semmai di non amare abbastanza. Di non restituire tutto a colui che tutto ci dona. 

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