NON SPAVENTARSI

Martirio di san Giovanni Battista
Il martirio di s. Giovanni Battista ci offre l’occasione di verificare se e come i sentimenti che proviamo riescono a trasformarci in testimoni del vangelo oppure ci chiudono in strategie di sopravvivenza. Il re Erode, pur di non disattendere le incaute promesse fatte alla bella figlia di Erodiade e di non deludere le aspettative dei suoi invitati a corte, decide di lasciare inascoltata l’amarezza uscita dal suo cuore alla richiesta di uccidere Giovanni, che egli stesso reputava uomo giusto e santo.

Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali 
non volle opporle un rifiuto (Mc 6,26)

Non sempre il nostro (modo di) sentire va ascoltato e seguito nella sua pretesa di indicare una direzione per il nostro (modo di) vivere. Del resto, i sentimenti non sono né buoni né cattivi, ma tracce di informazioni circa la nostra reazione di fronte agli stimoli della realtà. Vanno portati a compimento attraverso il dono della libertà, che ci consente di orientare il nostro sentire verso traguardi di giustizia, verità e bene, dove non siamo solo noi il centro di interesse, ma anche Dio e gli altri. Per questo, dobbiamo coltivare anche la capacità di non essere tiranneggiati dalle emozioni, che molte volte vanno solo percorse fino in fondo ma non ascoltare nella loro pretesa di verità su ciò che siamo chiamati a essere.  

«...non spaventarti di fronte a loro, 
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
[...] Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, 
perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,17.19)

Le parole che il Signore rivolge al profeta Geremia descrivono bene la coscienza che ha portato Giovanni a non ascoltare la paura di morire e, così, diventare precursore del Verbo di Dio con la sua vita e con la sua morte. Anche noi, ogni giorno, possiamo decidere se e come ascoltare quello che proviamo, per non ridurre a egoismo il nostro vivere, ma farlo diventare umile testimonianza al Dio di ogni salvezza.  

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