CHIAMATA

Sabato – XXI settimana del Tempo Ordinario
L’ultimo servo della parabola, quello che ha ricevuto un solo talento, cade nella paura e nel sospetto non perché il compito ricevuto fosse troppo arduo. Il padrone era stato ben attento a consegnare i suoi beni secondo le capacità di ciascuno e accordando a tutti molto tempo per svolgere l’incarico di custodi responsabili. Il talento viene insabbiato nel terreno perché non è stata colta la fiducia e la gioia del padrone nell’affidare i suoi beni ad altre mani. 

«Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: 
ecco ciò che è tuo» (Mt 25,25)

Finché crediamo che le opere da compiere ogni giorno, per una vita all’altezza della nostra — e altrui — umanità, debbano essere realizzate alla perfezione e con grande sforzo, presto o tardi ci troviamo tutti a dover nascondere qualche briciola nella terra, per non correre il rischio di rimanere a mani vuote. La vita dei figli di Dio, al contrario, è una continua e incessante chiamata, dove le cose belle e grandi affidate alla nostra responsabilità non sono farina del nostro sacco, ma dono di Dio in Cristo Gesù. Eppure nessun altro, all’infuori di noi, può compierle. 

«Considerate la vostra chiamata, fratelli....» (1Cor 1,26)

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