AZZARDARE

Ferie prenatalizie – 18 dicembre
Le parole profetiche con cui il Messia è annunciato a Israele possono ben riferirsi anche a Giuseppe, lo sposo di Maria, il padre di Gesù. È proprio la sua figura a introdurci oggi nel mistero dell’Incarnazione, che il vangelo fa risplendere nei suoi tratti di umanissima regalità.

«Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, 
che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra» (Ger 23,5)

Giuseppe appare come personaggio silenzioso e discreto, come un «uomo giusto» (1,19), che un giorno si trova a dover affrontare un fatto sconcertante: la sua fidanzata è inaspettatamente incinta di un figlio — evidentemente — non suo. Conoscendo bene la Legge, egli sa che Maria corre un grave rischio: essere accusata di adulterio. D’altro canto Giuseppe non può che pensare bene e dare fiducia alla donna che ama, di cui conosce il cuore e la fede. Perciò tenta di salvarla, congedandola nell’ombra e nel silenzio. Proprio mentre medita queste cose, il Signore si rende presente attraverso un sogno che gli spalanca il cuore a una comprensione più grande di quanto sta accadendo.

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 
ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: 
egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20-21)

Giuseppe ascolta il messaggero. Unisce la sua sensibilità ferita — perciò aperta — alla sensibilità di Dio e allora riesce a vedere le cose più a fondo. Arriva ascorgere non solo l’evidenza difficile e imbarazzante della realtà, ma anche il suo riferimento al disegno di Dio, all’opera dello Spirito. Mettendo da parte paura e risentimento, va da Maria e le annuncia che quel bambino venuto dal cielo è anche suo. 

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore 
e prese con sé la sua sposa (1,24)

Anche noi siamo spesso posti davanti a situazioni impreviste e incomprensibili che ci chiedono di operare scelte difficili, andando oltre i soliti parametri e le (mezze) misure a cui siamo abituati. Sono i momenti nei quali non basta più evitare il male. Occorre scegliere tutto il bene possibile, anche se costa fatica e ci sembra quasi di morire. Molto spesso questi momenti ci chiedono di avventurarci in qualcosa di nuovo, utilizzando creativamente e coraggiosamente la nostra libertà. Il rischio è rimanere brave persone, fedeli alle regole e ai precetti che siamo soliti osservare. Noiosamente uguali a noi stessi. Il sogno invece è azzardare un passo in una direzione nuova, se intuiamo che la vita si sta manifestando altrove. Arditamente simili a Dio. Così — sempre e solo così — continua a essere «generato» il corpo di Cristo dentro la storia umana. 

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