CUORE REGALE

Martedì – XXV settimana del Tempo Ordinario
Non dev’essere stato facile, per sua madre e i suoi fratelli*, riscontrare che le cose erano cambiate. Abbracciando una vita itinerante, tutta impegnata nell’annuncio del regno dei cieli, Gesù era ormai un Maestro pieno di attività, circondato da folle di discepoli. Un pochino inavvicinabile. Ancor più doloroso deve essere stato ascoltare la risposta di Gesù al loro legittimo e condivisibile desiderio di incontro. Soprattutto per Maria, la creatura unita a lui in una profondissima relazione di amore e di fede. 

«Mia madre e miei fratelli sono questi: 
coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (8,21)

Eppure nel cuore di Maria queste parole devono essere state anche molto dolci e familiari, quasi un compendio dei suoi stessi insegnamenti al Figlio. Infatti la Vergine è divenuta Madre proprio così: ascoltanto e facendo la parola di Dio, trasmessa a lei dalle Scritture di Israele, confermata e autenticata da un annuncio angelico. Per questo Maria non si è trovata in imbarazzo di fronte a questo modo apparentemente indelicato di reagire da parte di Gesù. Ha riconosciuto subito dietro alle parole del Figlio il cuore del Re.

Il cuore del re è un corso d’acqua in mano al Signore: 
lo dirige dovunque egli vuole (Pr 21,1)

Il libro dei proverbi ricorre a una singolare immagine per esprimere dove sta la regalità — il carattere divino — di un’esistenza. Paragona il cuore del re a un fiume che si lascia dirigere dove vuole la mano di chi lo ha posto in essere, affinché non manchi alla terra fertilità e bellezza. Proprio questo spiega la capacità di Gesù di rimanere nella trama di nuove relazioni senza paura di ferire quelle più antiche. Ma questa immagine è in grado di dispiegare anche i nostri dinamismi, talvolta così ancora ripiegati su noi stessi. Anziché cedere alla tentazione di rifugiarci nel privilegio di relazioni e appartenenze esclusive, dovremmo ogni giorno riscoprire la gioia — e la libertà — di fluire e di donarci. Proprio come un fiume. Felice di non doversi mai arrestare la sua corsa fino al mare. Fino a perdersi dentro una vita più grande. 

* Nelle lingue semitiche con il termine «fratelli» si intendono diversi gradi di parentela, sia l’essere figli della stessa madre, sia l’essere cugini.

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