UN ALTRO

Festa di san Mattia – IV settimana del Tempo di Pasqua
Il vuoto lasciato dalla tragica scomparsa del discepolo Giuda e, prima della Pentecoste, colmato da Mattia è per la Chiesa sempre l’occasione di contemplare — come da una feritoia — l’immensità e la fedeltà dell’amore del Signore. Per sua stessa voce, sappiamo che l’appartenenza di ogni discepolo al gruppo dei Dodici non è stata né casuale, né spontanea.

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti 
perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanda» (Gv 15,16)

È forse questa consapevolezza ad aver persuaso i discepoli che era necessario integrare il numero simbolico del collegio apostolico, scegliendo tra coloro che insieme ai Dodici erano stati con il Signore Gesù dal suo battesimo fino alla sua assunzione. Infatti proprio da qui nasce la forza di pensare e realizzare scelte ispirate: da una capacità di leggere la storia secondo il criterio della Pasqua, che non scarta nessun fotogramma dalla pellicola del reale, e dalla fiducia che, nel nostro essere discepoli, siamo sempre circondati e accompagnati, mai soli. 

«Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo 
nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, 
cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, 
uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione» (At 1,21-22)

Tuttavia il modo con cui la preferenza è andata su di lui anziché su un altro possibile candidato può apparire ai nostri occhi alquanto stravagante. Eppure proprio questo “tirare a sorte” può diventare una luce con cui rileggere i modi e i tempi con cui anche noi ci troviamo coinvolti nella vita e nella missione della Chiesa. Spesso — forse il più delle volte — il disegno di Dio si compone proprio dietro al velo, arbitrario, talvolta assurdo e indecifrabile, della realtà quotidiana. E, a un certo punto, possiamo smettere di badare alla forma, quando scopriamo fino a che punto che il Signore ci vuol bene e ci coinvolge nella sua stessa vita. Solo farci la domanda: è proprio questo che desidero, essere «un altro» pezzo di umanità associata al Corpo di Cristo?

«Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, 
perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15)

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