SENZA ILLUSIONI

Sabato – V settimana del Tempo di Pasqua
Dopo aver partecipato ai discepoli la ricchezza dei suoi sentimenti e dei suoi desideri, durante l’ultima indimenticabile cena insieme, il Signore Gesù decide di affrontare anche l’argomento più spinoso. Davanti ai suoi amici giù spaventati e fortemente tentati di fronte all’imminente momento pasquale, il Maestro dichiara anche le conseguenze dell’amore, che sempre rende gli amanti partecipi del medesimo destino.

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me [...]
Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15,18.20)

Dicendo loro queste cose, Gesù strappa dal cuore dei discepoli l’illusione — sempre presente e sempre nascente — che l’intimità con Dio possa in qualche modo risparmiare dalle sofferenze della vita, regalando una sorta di corsia preferenziale verso la felicità. Quando ci capita di soffrire, di non sentire amore, anzi ostilità verso di noi, ci sembra di essere sempre così unici e innocenti. Mentre le cose non stanno mai così. Sperimentando odio e persecuzione, il Verbo di Dio incarnato ci ha tolto l’autorizzazione a sentirci sempre vittime e ci ha donato un’immensa dignità.

«Se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra» (15,20)

Questo discorso deve averlo capito bene Paolo, costretto nel suo viaggio apostolico a dover cambiare direzione più volte. Di fronte agli imprevisti cambi di scenario, agli ostacoli e alle difficoltà, Luca afferma che l’atteggiamento costante dei primi apostoli è stata ricondurre sempre tutto alla guida provvidente dello Spirito Santo. 

Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galàzia, 
poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia (At 16,6)

Saper riconoscere nei semafori rossi, negli ingorghi, nelle deviazioni obbligate un segno di Dio e non (solo) una scocciatura è uno dei frutti più belli della Pasqua. Ci dona una duttiulità santa, che può dilatarsi fino alla capacità di saper rinunciare ai punti di riferimento acquisiti — spesso a prezzo di dure lotte e aspri confronti, anche con noi stessi — quando la realtà ci chiede di essere disposti a fare (ancora) quello che noi sappiamo non essere più necessario.  

Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei 
che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco (16,3)

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