DOPO L'AMORE

Giovedì Santo – Messa in Cœna Domini
Inizia dopo l’amore. Dopo aver amato. Addirittura «alla fine» incomincia quello vero. Proprio quando si sono esaurite le circostanze e le motivazioni iniziali, quelle che possono persino offuscare la gratuità dei nostri sentimenti e dei nostri gesti. Quando non ci sono più motivi — per noi — di donarci, ecco scoccare l’ora dell’amore più grande. Quello libero, invincibile. Quello che non muore mai, che oltrepassa i limiti della prudenza e della convenienza. 

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora 
di passare da questo mondo al Padre,
avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv 13,1)

Dio ha fatto un lungo cammino per arrivare fin qui. Nei tempi antichi aveva iniziato a manifestare la sua misericordia attraverso la liberazione di Israele dalla schiavitù dell’Egitto. In quella circostanza, il popolo doveva corrispondere all’iniziativa del Signore attraverso l’offerta di un agnello da immolare, secondo le prescrizioni delle Legge di Mosè. 

Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano;
lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! (Es 12,11)

Ma l’offerta d’amore da parte del Signore rimaneva ambigua, incompleta. Sembrava ancora che Dio avesse bisogno di noi per farci dono di lui e della sua libertà. Nel sacrificio libero e profumato del Signore Gesù, Dio ha voluto togliere ogni dubbio sulla totalità del suo bene per noi. Come i primi cristiani hanno compreso perfettamente, radunandosi attorno all’altare per celebrare la “cena del Signore”.

Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, 
voi annunziate la morte del Signore finché egli venga (1Cor 11,26) 


Nel mistero dell’eucaristia noi entriamo in una reale comunione con il cuore di Cristo e della sua immensa capacità d’amore. Una comunione che pretende di trasformare la nostra vita in offerta incondizionata di amore. Troppe volte ci fermiamo alle nostre piccole misure e non sappiamo riconoscere l’ora di spingere l’amore fino alle sue estreme conseguenze. Ci dimentichiamo che, nell’amore, non esistono più confini. Quelli ci sono nella vita di ogni giorno, sono i limiti che dobbiamo continuamente accettare per essere veri e felici. Ma nel dono di noi stessi, no. Uniti a Cristo possiamo amare profondamente e liberamente. Fino alla fine. 

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