«SONO QUI»

Annunciazione del Signore
Nella solennità dell’Annunciazione, noi cristiani ricordiamo il principio della redenzione umana. Maria di Nazaret ebbe paura, ma non esitò a rispondere quando comprese che i tempi — secondo il sempre autorevole parere di Dio — erano ormai giunti a pienezza. Nonostante la poca esperienza e la giovane età, la Vergine osò credere che il suo corpo, la sua femminilità, la sua stessa sensibilità umana erano i colori con cui Dio aveva deciso di dipingere la sua opera più bella: l’incarnazione del suo Figlio unigenito nella nostra carne umana. Quando Maria si rese conto che Dio non le stava chiedendo alcun sacrificio, non ebbe paura di offrire il suo libero assenso, scoprendo e rivelando la gioia dell’obbedienza.

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. 
Allora ho detto: «Ecco, io vengo» (Eb 10,5-6)

La medesima proposta — per altre vie, ma con la stessa intensità — bussa alla nostra porta proprio in questi giorni di Quaresima. A noi Dio rivolge l’invito a essere un luogo santo dove la sua Parola di salvezza desidera diventare storia sacra e nuova umanità. Proprio noi, che ancora una volta ci siamo incamminati verso il mistero pasquale di Cristo, siamo chiamati a convertire il cuore all’amore più grande, ad ascoltare il canto dell’Annunciazione, che comincia sempre allo stesso modo, con un invito a riconoscere quanta benevolenza ha finora accompagnato il corso della nostra esistenza. 

Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28)


Maria si fece trovare, disse: «Sono qui», «Eccomi». Lo fece credendo che, mentre il cuore era pieno di paura, la sua vita era piuttosto piena di benedizione. Che i motivi per sorridere erano infinitamente maggiori di qualsiasi ragione per piangere o declinare l’invito del cielo. Disse «sì», perché credette che il sorriso di Dio stava davanti ai suoi occhi. Anche noi sapremo cambiare qualcosa della nostra vita e del mondo, solo a partire da un’intuizione gioiosa e grata di Dio e del tempo favorevole che ci sta donando. In nessun altro modo potremo annullare qualche vizio, far fiorire virtù, scegliere di donare finalmente la nostra vita, se non a partire da un cuore colmo di allegria, che si lascia trovare dallo sguardo di Dio. Libero di pronunciare l’unica risposta che commuove Dio e salva il mondo: «(Io) sono qui». 

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