CON NATURALEZZA

Lunedì – I settimana del Tempo di Quaresima
Il codice di santità del Levitico, che la liturgia della Parola propone oggi come prima lettura, alza subito il tiro del cammino quaresimale, con un invito a desiderare la vita nella sua pienezza. 

Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo (Lv 19,2)

Per quanto possa sembrare un appello prematuro e mozzafiato, l’orizzonte della santità è l’unico in cui si può iscrivere il cammino quaresimale, non come impossibile meta irraggiungibile alle nostre forze, ma come realizzazione della nostra umanità secondo il desiderio e la grazia di Dio. Naturalmente una sfida così impegnativa, intenzionata a farci condividere la vita stessa di Dio, ha bisogno di essere declinata in traguardi intermedi, più concreti e accessibili alla nostra volontà fragile e talora indecisa. 

Non ruberete... non giurerete... non opprimerai... non disprezzerai
non commetterete ingiustizia... non coverai nel tuo cuore odio...
non ti vendicherai e non serberai rancore (19,passim)

Con una lunga e memorabile parabola, il Signore Gesù conclude questa antica catechesi sul rispetto dell’altro, mostrandoci come la chiamata alla santità coincida, in fin dei conti, con la capacità di essere pienamente fraterni nei nostri rapporti umani.

In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, 
l’avete fatto a me (Mt 25,40)


La Quaresima ci fa subito puntare gli occhi in basso, anziché in alto. Proprio le pieghe poco appariscenti del quotidiano sono il grande deserto in cui dobbiamo imparare a diventare discepoli. Il fatto che tanto i giusti quanto gli empi resteranno sorpresi di essere giudicati su qualcosa che non ricordano di aver compiuto, ci dice come la nostra capacità di voler bene debba diventare qualcosa di estremamente naturale e spontaneo per essere autentica, un’attitudine di cui non si deve e non si può essere fino in fondo consapevoli. Un movimento che si compie senza troppo pensare, senza nemmeno avere l’intenzione di fare qualcosa di più rispetto a ciò che si sta semplicemente compiendo. La conversione al Signore non si realizza attraverso azioni con cui ci sentiamo o ci mostriamo più buoni, ma in gesti di restituzione di un amore ricevuto. Fatti con naturalezza, senza sforzo.

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