CAMBIARE

Venerdì della I settimana – Tempo di Quaresima
Le continue difficoltà, i ritmi frenetici, la corsa frenetico della nostra società ci inducono spesso a pensare che non si arriverà mai al traguardo della giustizia, della pace e della vita buona per tutti. A rincarare la dose, sorge talora il sospetto che persino Dio, anziché alleggerire il nostro viaggio, lo appesantisca con norme troppo vincolanti e giudizi severi. Il Signore sa perfettamente che questi pensieri ribollono nel nostro cuore. Già i profeti li intercettavano con i loro discorsi.

Forse che io ho piacere della morte del malvagio — oracolo del Signore —
o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? (Ez 18,23)

Questa brutta sensazione che il cielo ci sia ostile in realtà, molto spesso, è solo la conseguenza di un raffreddamento avvenuto in noi, magari per aver messo tra parentesi le esigenze di essere a costruire rapporti con gli altri. La parola del vangelo ci annuncia fino a che punto il nostro prossimo può e deve determinare la direzione dei nostri passi. 

Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare 
e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 
lascia lì il tuo dono davanti all’altare, 
va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono (Mt 5,23-24)

La quaresima è il tempo per ricordarci che la vita di ogni giorno è tempo per accordarci con i fratelli, superando continuamente quella che ci sembra essere la nostra capacità di accoglierli, mettendo a tacere risentimento e rivalsa. Non dobbiamo dimenticare mai che, finché camminiamo in questo mondo, siamo ancora tutti in conversione. Dobbiamo perciò combattere senza tregua contro quella tendenza a etichettare noi e gli altri con gli stereotipi dei buoni e dei cattivi. In ciascuno di noi c’è sempre un residuo di potenzialità e di capacità di rinnovare il corso della vita. Questa è l’incrollabile speranza che palpita nel cuore di Dio.

Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso
e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine,
egli vivrà, non morirà (Ez 18,21)

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