UNIFICARCI

Venerdì – VI settimana del Tempo Ordinario
Continuando a riflettere sulla necessità di essere attenti ai bisogni degli altri, soprattutto dei più poveri sprovvisti dei vestiti e del cibo quotidiano, l’apostolo Giacomo denuncia il rischio di un’adesione al vangelo che non si esprima in fatti e gesti concreti. Non si tratta solo di raggiungere la ragionevole e auspicabile soglia di coerenza tra quanto si dice e quello che si fa, ma di assicurare una certa unità al nostro esistere, per non ritrovarci, fatalmente, a indossare i panni di un “visconte dimezzato”.

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere?
Quella fede può forse salvarlo? (Gc 2,14)

Secondo il vangelo questo processo di unificazione — che altro non è se non il compimento della nostra umanizzazione — passa attraverso momenti di clamorosa discontinuità tra quello che vorremmo fare, fidandoci dei nostri sensi, e quello che in alcuni momenti siamo invece chiamati a fare. Le esigenze che Gesù pone davanti ai discepoli, per poter essere seguaci e imitatori della logica delle beatitudini, semplicemente, tolgono il fiato.

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, 
prenda la sua croce e mi segua.
Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà» (Mc 8,34-35)

La nostra croce non coincide con le continue sofferenze, piccoli o grandi, che la vita a tutti chiede di attraversare, ma con la realtà quotidiana dove siamo chiamati a riconoscere, per poi assumere liberamente, tutto il peso e le conseguenze del nostro essere figli di Dio e fratelli del nostro prossimo. Questo, in fondo, è l’unico vantaggio che la fede ci garantisce: la capacità di essere talmente liberi da noi stessi da non poter concepire una vita che sia veramente “nostra”, senza aver provato a incontrarsi — talvolta a scontrarsi — fino in fondo con quella degli altri.

Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?
Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? (8,36-37)

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