LE COSE DA FARE

Mercoledì – XXVIII settimana del Tempo Ordinario

Sono sempre tante, le cose da fare. E non è sempre evidente — anzi — capire quali sono, e quali invece sarebbe meglio non fare, in quanto dannose per noi, per gli altri, per i rapporti che viviamo. Il Signore Gesù, con quel suo inconfondibile piglio profetico, sbalza i farisei dal trespolo delle loro sicurezze religiose, denunciando la loro equivoca condotta.

«Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe,
e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio.
Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle» (Lc 11,42)

A partire dal lodevole intento di crescere nella fede, non ci accorgiamo di come anche noi talvolta, anziché rendere più spirituale la nostra avventura umana, arriviamo a coltivare pensieri e gesti che in realtà ci disumanizzano, perché ci fanno perdere di vista quanto sta saldo al centro del cuore e delle preoccupazioni di Dio. E tolleriamo che in noi abiti, stabilmente, un’enorme quantità di giudizio verso gli altri. Nel tentativo di non contaminarci col male, fingiamo di credere che gli altri siano peggio di noi, anziché mantenere fisso lo sguardo su quella misericordia di Dio che aiuta noi — e tutti — a camminare nella vita vera.

«Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso,
pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? 
O disprezzi la ricchezza della sua bontà e della sua magnanimità, 
senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?» (Rm 2,3-4)

Dio non fa preferenza di persone — conclude l’apostolo — perché continuamente soccorre il buono e il cattivo, il giusto e l’ingiusto. Noi invece, proviamo a rassicurarci sentendoci migliori degli altri e pretendendo da loro quello che ormai abbiamo smesso di chiedere persino a noi stessi. 

«Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili,
e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!» (Lc 11,46)

Se non vogliamo correre il rischio di fare tante (belle) cose, affastellare (mille) impegni ma fallire gli obiettivi più importanti (amore e giustizia), dobbiamo serenamente esporci al mistero della debolezza, rinunciando alla facile tentazione di giudicare (gli altri) e giustificare (noi stessi). Il peso della vita diventa sopportabile quando accanto a noi c’è qualcuno che è diventato consapevole di aver bisogno solo di bontà e compassione per affrontare e ricominciare  il cammino. Qualcuno che, oggi, potremmo (segliere di) essere noi.

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