AVERE PIETÀ

Mercoledì – XXVII settimana del Tempo Ordinario

Una volta spalancato il cuore alla grazia di Dio, e incontrato il suo volto compassionevole e forte, non si può e non si deve continuare a vivere per timore, cercando continuamente di scansare tensioni e conflitti, aspirando a un rassicurante quietismo. E quanto il Signore Gesù prova a insegnare ai discepoli, quando gli viene chiesto di fornire un insegnamento sull’argomento. 

«Padre [...]
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano» (Lc 11,2.3)

Nella più asciutta recensione lucana, il Padre Nostro manifesta con maggior evidenza dove si colloca il centro del nostro rapporto con Dio e, dunque, anche quello con in fratelli. Nel cuore di questa preghiera, il Maestro Gesù insegna ai discepoli a formulare — con una certa ridondanza di parole — la richiesta di un cibo quotidiano che sembra necessario a dare senso a ogni nostro giorno. La preghiera lascia subito intuire che si tratta, soprattutto, del pane della misericordia, quella forza d’amore attraverso cui siamo capaci di mettere il bene dell’altro davanti al nostro. 

«e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore» (11,4)

Di questa debole potenza appare sprovvisto il cuore del profeta Giona, arrabbiato e avvelenato fino alla morte, dopo aver — peraltro con clamoroso successo — adempiuto alla sua missione profetica nella città di Ninive. Alla fine del libro, si scopre il motivo drammatico di tutta la sua reticenza ad assumere non solo le parole, ma anche i sentimenti, del Signore Dio per diventarne testimone e ambasciatore. 

«Signore, non era forse questo che dicevo quand’ero nel mio paese?
Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato» (Gn 4,2)

Conoscere la misericordia di Dio, aver incontrato il suo pietoso volto d’amore, non significa esserne necessariamente partecipi. Fortunatamente la bellezza della carità non si imprime sul nostro volto allo stesso modo con cui i raggi del sole abbronzano la nostra pelle. Se vogliamo amare come Dio ama, accogliere in noi i suoi sentimenti di compassione, occorre pregare ogni giorno affinché la sua grazia allarghi le misure della nostra pietà. Spesso, tristemente rivolta a piccole cose all’ombra di cui sonnecchiamo. 

«Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica
e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita!
E io non dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, 
nella quale vi sono più di centoventimila persone, 
che non sanno distinguere fra la mano destra e le sinistra, 
e una grande quantità di animali?» (4,10-11)

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