RAGIONI

Venerdì — XXII settimana del Tempo Ordinario

L’interrogativo con cui il Signore Gesù replica ai farisei e ai loro scribi è tutt’altro che un’espediente per svicolare, di fronte a un’osservazione tendenziosa e pungente.

«I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiera, così pure i discepoli dei farisei;
i tuoi invece mangiano e bevono!» (Lc 5,33)

L’accusa non è esplicitata ma piuttosto chiara. Gesù viene rimproverato per una condotta religiosa fuori dal trend comune delle principali correnti spirituali presenti nel giudaismo. La forma perentoria ed esclamativa delle parole non lascia intravedere alcun desiderio di confronto o di ricerca, solo un giudizio da parte di chi, probabilmente, si sente messo in discussione — forse persino minacciato — da una inedita modalità di relazionarsi con Dio.

Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze 
quando lo sposo è con loro?»  (5,34)

Paragonando i suoi discepoli a persone invitate a una festa di nozze, il Maestro vuole condurre i suoi interlocutori a chiedersi le ragioni di tanto turbamento di fronte ai suoi atteggiamenti religiosi. Come se chiedesse loro: “I miei discepoli hanno colto una grande novità di Dio presente nella storia, per questo stanno celebrando la vita come un gioioso banchetto; e voi, invece, perché digiunate e pregate?”. Gesù dice queste cose, senza però dichiarare l’inutilità dell’ascesi, come adesione a quello che la vita ci chiede di accogliere e patire.

«Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto:
allora in quei giorni digiuneranno» (5,35)

Alla vigilia di un importante giorno di digiuno, proposto dal santo padre a tutta la chiesa, le parole del vangelo diventano un’ottima preparazione a vivere il significato cristiano di questo gesto di preghiera e di mortificazione. Non può certo portare molto frutto una fedeltà a Dio che nasce dal turbamento per il fatto che gli altri non sono come o con noi. Nemmeno il turbamento di fronte alla minaccia del male è sufficiente per rimanere davanti a Dio come credenti. Occorre muovere i passi del cuore da uno percezione del suo volto luminosa e grata, per poter riempire il vuoto di una sera senza cibo e senza divertimenti con una speranza offerta per la vita del mondo. 

«È piaciuto infatti a Dio che abiti in Cristo Gesù tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,19-20)

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