SOGNO

Lunedì – XIV settimana del Tempo Ordinario

Giacobbe è in fuga. La primogenitura strappata con inganno — e con la complicità della madre — al fratello Esaù è motivo sufficiente a legittimare un viaggio in solitudine, per chiedere asilo politico allo zio Labano. Stanco, presumibilmente turbato e pensieroso, Giacobbe si corica al tramonto. Nel momento in cui la realtà si è trasformata per lui in un tempo faticoso da abitare, si concede il lusso di aprire la porta dei sogni.

Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; 
ed ecco, gli angeli di Dio salivano  e scendevano su di essa (Gen 28,12)

Il sogno è bello e importante: Gesù stesso lo citerà all’inizio del suo ministero pubblico (Gv 1,51). Dio gli appare ricco di benedizioni e rassicurazioni. Senza entrare nei dettagli, il Dio di Abramo e di Isacco promette a Giacobbe che sarà con lui dovunque andrà e che non lo abbandonerà mai. Così, sognando, Giacobbe ritrova forza per camminare e per dedicarsi di nuovo al compito della (sua) vita. 

«Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo 
e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, 
il Signore sarà il mio Dio» (28,20-21)

Sognare è quanto fanno anche i due personaggi del vangelo, per uscire da una situazione diventata per entrambi troppo compromessa e dolorosa. Da una parte c’è un padre in lutto per la figlia, che chiede a Gesù di venire a imporle le mani per guarirla. Dall’altra una donna che da sempre perde il sangue della vita ed è persuasa che anche solo sfiorando l’abito del Signore potrà essere risanata.  

«Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà [...]
Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata» (Mt 9,18.21)

I due sogni si compiono: la bambina si ridesta dal sonno della morte, la donna guarisce dalla sua emorragia. Ma non nel modo immaginato. Gesù non impone le mani alla bambina, ma la solleva. La donna non raggiunge il lembo del mantello ma incontra il volto — e la voce — di Cristo. I sogni  — quelli che vengono anche da Dio — si avverano sempre. Solo che la forma del loro compimento quasi mai coincide con la sceneggiatura che ci eravamo immaginati.  Ci restituiscono lo stupore, indispensabile vigore per il nostro pellegrinaggio quotidiano. 

Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: 
«Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo» (Gen 28,16)

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