POSTO ASSICURATO

Venerdì – IV settimana del Tempo di Pasqua

La volontà di placare la paura presente nell’animo dei discepoli sembra essere la prima intenzione che anima il discorso del Signore Gesù durante l’ultima notte insieme ai suoi amici. I momenti di distacco sono sempre avvertiti dal nostro cuore come una terribile minaccia, che scatena la paura di dover rinunciare o perdere quanto appartiene ormai agli affetti più cari.  

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.
Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”».
Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me,
perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via (Gv 14,1-4)

È proprio questa la rassicurazione di cui andiamo a caccia anche noi, ogni volta che dobbiamo andare a un appuntamento importante o partecipare a un evento speciale a cui teniamo molto. Quando abbiamo il biglietto numerato in tasca, e sappiamo che il nostro posto è assicurato, anche il cuore si sente rassicurato. Altrimenti ci affanniamo e ci agitiamo continuamente vivendo male il tempo presente, con tutte le sue sollecitazioni.    

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?».
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (14,5-6)

La reazione di Tommaso è più che comprensibile. Non è facile viaggiare quando non conosciamo la meta, abituati come siamo a impostare la destinazione d’arrivo nei nostri navigatori, sapendo in anticipo condizioni meteorologiche, orario d’arrivo e velocità di crociera consigliata. Purtroppo o per fortuna il cammino verso la vita eterna è meno organizzato. Tutto sommato più semplice e avventuroso. Non è necessario conoscere in anticipo il luogo di arrivo — e come potremmo? — ma aver ben chiaro chi è la strada: il Signore Gesù e la logica paradossale della sua croce gloriosa, dove le cose si compiono nonostante tutto e attraverso tutto. Persino il rifiuto, la condanna e la morte. Passaggi che non possono impedire alla luce della risurrezione di splendere nelle tenebre del mondo.

«Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio,
a noi è stata mandata la parola di questa salvezza
Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non hanno riconosciuto Gesù e, condannandolo,
hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato» (At 13,26-27)

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