PIÙ CHE AUTENTICO

Festa di san Marco – Tempo di Pasqua

Gli ultimi versetti del vangelo di Marco, che la chiesa ascolta in questa sua festa liturgica, non sono stati scritti dallo stesso autore del secondo vangelo. Il lessico, la sintassi, l’incedere narrativo tutto lascia pensare che un diverso autore abbia voluto aggiungere al vangelo di Marco un finale che risolvesse la sua apparente incompiutezza. Così, in calce alla scena delle donne che fuggono impaurite dopo aver udito l’annuncio pasquale, sono stati aggiunti episodi e parole attinti, con tutta probabilità, dagli altri vangeli.

In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creature.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,15-16)

Eppure questa finale aggiunta, pur non essendo autentica è ritenuta da sempre ispirata da Dio. Qui sta la prima grande rivelazione offerta da questa memoria liturgica. La forma canonica del secondo vangelo ci insegna che una cosa può non essere genuina eppure vera. Il corollario di questa sorprendente affermazione potrebbe essere che non tutte le cose autentiche sono necessariamente vere. Non deve apparire insensato un simile discorso a chi, sulle orme del Signore Gesù, sta imparando a rimuovere i valori assoluti e a riconoscere quelli relativi a Cristo e al suo mistero pasquale. Così parlavano tra di loro i primi cristiani, esortandosi a non riconoscersi più davanti allo specchio delle vanità e dei perfezionismi, ma a quello limpido e sconcertante della croce.

E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù,
egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà,
vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta.
A lui la potenza nei secoli. Amen! (1Pt 5,10-11)

In virtù di questo riferimento al Signore, al suo corpo e alla sua grazia, ogni cristiano non si può trovare a disagio nell’ascoltare la cronaca dei grandi prodigi che, fin da subito, lo Spirito del risorto ha suscitato in coloro che non hanno smesso di credere in lui. Anzi, proprio in questi miracoli avverte qualcosa di profondamente vero, più che autentico. Un vero e proprio appello a entrare sempre più profondamente nell’avventura di tanti uomini e donne che hanno restituito la vita a Dio con passione e generosità. A causa del vangelo.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro 
e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16,20)

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