BUONE NOTIZIE

Festa dei Ss. Cirillo e Metodio

La voce del profeta Isaia, così fiera e squillante da saper infondere nuova speranza nei cuori sfiduciati del popolo di Israele dopo la dura esperienza dell’esilio babilonese, ci introduce nel migliore dei modi alla festa dei santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, banditori di buone notizie.

Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, 
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, 
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio» (Is 52,7).

I due fratelli di Salonicco svolsero una grandiosa opera di evangelizzazione, inventando l’alfabeto slavo e traducendo in un nuovo idioma le Scritture e i testi della liturgia latina, per spalancare ai popoli balcani le ricchezze della Parola di Dio e l’efficacia dei Sacramenti. L’intensità della loro opera apostolica fu naturale conseguenza di quella coscienza che dovrebbe accompagnare ogni discepolo di Cristo: essere ‘semplicemente’ chiamati a preparare l’arrivo del Signore, là dove egli già è e, al contempo, sta ancora andando. 

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue 
e li inviò a due a due davanti a sé 
in ogni città e luogo dove stava per recarsi (Lc 10,1).

Proprio in virtù di questa serenità di fondo la loro opera fu anche molto efficace, perché il loro cuore si conservò profondamente evangelico, disarmato e disarmante, equidistante da trionfalismi e vittimismi.

«In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, 
altrimenti ritornerà su di voi» (10,6). 

Nel complesso e frastornato scenario europeo, il ricordo orante dei santi Cirillo e Metodio si fa per noi oggi particolarmente vivo e attuale. Tradurre il messaggio evangelico in nuovi linguaggi — come i due santi fratelli hanno saputo fare — e portare l’esperienza ecclesiale in inesplorati contesti è da sempre la sfida a cui sono chiamati i cristiani nel mondo, affinché l’umanità possa essere ricca di cultura, civiltà e bellezza.

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