LIBERI PER

Lunedì - XXVIII settimana del Tempo Ordinario

Incalzati da ritmi quanto meno inumani, stretti dalla morsa di una crisi economica (?) più lunga e dolorosa del previsto, non di rado trascorriamo le nostre giornate nell’affannoso e vano tentativo di liberarci dai numerosi pesi che ci opprimono. Soprattutto il cuore, quel punto di verità invisibile eppure reale, così intollerante ai palliativi che promettono ma non assicurano sonni tranquilli. Liberarsi da quello che sembra minacciare la nostra quiete o, addirittura, la nostra felicità non è sufficiente. Lo aveva già segnalato Paolo ai Galati, vedendoli correre il rischio di vivere nuovamente da schiavi dopo essere stati rigenerati dalla gioia del vangelo. 

Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi
e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù (Gal 5,1).

Certo, essere affrancati da ciò che è contrario a una vita degna, giusta e solidale con gli altri, è e non può che essere il sacrosanto traguardo di ogni nostro quotidiano impegno. Eppure l’emancipazione da ciò che appesantisce e rende brutta l’esistenza è soltanto il primo passo di una vera libertà. Poi occorre decidere e scegliere per cosa si vuole essere liberi. Qui il messaggio evangelico ha una parola unica da annunciare, proclamando che l’uomo è libero per amare e servire il suo prossimo. Questa è vera libertà perché ci insegna e ci dona un modo di vivere sempre fecondo. 

«Rallégrati, sterile, tu che non partorisci, grida di gioia, tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell’abbandonata, più di quelli della donna che ha marito» (3,27).

Di fronte a questo meraviglioso riscatto, esiste un solo problema: il timore di non farcela, che si traduce sempre nell’attesa di ulteriori segni e conferme. Si tratta di quella paura che ci spinge a ritenere che siano le circostanze esteriori a essere mancanti. Una paura antica e nuova, oltre la quale si nasconde tuttavia l’appello del Signore rivolto proprio a noi. Che possiamo diventare «liberi per», il segno di speranza che manca al giorno. 

«Questa generazione è una generazione malvagia;
essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona» (Lc 11,29).

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