LIEVITO

Venerdì - XXVIII settimana del Tempo Ordinario

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, 
al punto che si calpestavano a vicenda (Lc 12,1).

Il crescere e l’accalcarsi della folla attorno a sé non incantano in alcun modo il Signore Gesù. Per nulla accecato dall’improvvisa dilatazione di numeri e consenso, convoca anzitutto i discepoli per metterli in guardia da idoli che egli stesso ha imparato a riconoscere nel suo cuore. 

«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia.
Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato,
né di segreto che non sarà conosciuto» (Lc 12,1-2).

Il lievito è farina andata male, che però assolve al compito — sempre necessario — di far aumentare la massa del corpo che lo ospita (deriva da levare, ‘alzare’). L’ipocrisia è il dilatatore più diffuso e a buon mercato, perché ci promette un’immagine più rassicurante di noi stessi al solo prezzo di introdurre una scissione tra ciò che siamo dentro e ciò che appare fuori. La parola del Signore Gesù entra come una spada dentro questa illusione, non certo allo scopo di incuterci timore, ma di farci comprendere dove sta l’origine di ogni nostra inquieta mistificazione. 

«Cinque passeri non si vendono forse per due soldi?
Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio [...]
Non abbiate paura: valete più di molti passeri!» (12,6-7). 

Non serve e, soprattutto, non dura a lungo l’illusione di essere più di quello che siamo o diversi da quello che vorremmo essere. La salvezza inizia e continua sempre là dove i nostri contorni — i nostri limiti — attendono di essere da noi accolti come occasione di incontro con Dio e con gli altri. I passeri che volano liberi e sereni nel cielo sono i maestri che il vangelo oggi pone davanti al nostro cuore agitato e continuamente assetato di compagnia e riconoscimento. Imitando la loro sincerità possiamo anche noi diventare azzimi, leggeri e integri, come quel Pane spezzato in cui c’è profumo e presenza di vita eterna...

«...in attesa della completa redenzione di coloro
che Dio si è acquistato a lode della sua gloria» (Ef 1,14).

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