LA PORTA DELLA FEDE

Giovedì - XXVII settimana del Tempo Ordinario

I cristiani della Galazia si trovano, molto presto, davanti a un bivio dopo aver iniziato a credere nel vangelo di Gesù Cristo. La tentazione di ricominciare a fondare il cammino sulle proprie forze e sul conforto di risultati visibili e tangibili da un punto di vista umano — anzi mondano — è molto forte. Si fanno incandescenti, allora, le parole che l’apostolo Paolo rivolge loro.

«O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? 
Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Cristo crocifisso?» (Gal 3,1).

La logica delle Beatitudini è liberante ma povera. Ben presto nel cuore di ogni discepolo che prende sul serio l’umiltà e la povertà dell’amore come forma di vita, sorge spontanea la difficoltà di costruire l’edificio della propria vita sulla parola della fede, tanto bella quanto fragile in mezzo ai tumulti e ai venti contrari della storia. Eppure proprio il momento della prova è l’occasione di entrare fino in fondo in un’intelligenza che non esclude, ma porta a compimento, i desideri della nostra anima razionale e sensibile. 

«Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito
o per aver ascoltato la parola della fede?
Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito,
ora volete finire nel segno della carne?» (3,2-3) .

Cercando di parafrasare il Padre Nostro appena insegnato ai discepoli, il Signore Gesù da parte sua spiega attraverso una parabola come la diffidenza nei confronti dell’efficacia del credere non possa che risolversi con un atteggiamento di invadenza nei confronti di Dio. Infatti credere — quindi pregare — non coincide affatto col faticoso tentativo di piegare il cielo verso i nostri sempre assetati deserti, ma immergerci con crescente abbandono nell'oasi dello Spirito. Fino a invadere lo spazio misterioso dei suoi gemiti e dei suoi disegni. Fino a scoprire che Dio dimora nel nostro desiderio più profondo.

«Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli,
quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo
a quelli che glielo chiedono!» (Lc 11,13).

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