RATTOPPI

Venerdì - XXII settimana del Tempo Ordinario

L’imbarazzo di fronte a un maestro che non costruisce la formazione dei suoi discepoli sull’ascesi e sulla rinuncia è piuttosto comprensibile. Ogni percorso di perfezionamento della propria identità — religiosa o laica — conosce l’importanza e la necessità di normare i comportamenti secondo una certa morale. La replica di Gesù dichiara che i suoi discepoli possono prendersi il lusso di rinnovare la loro vita non a partire da una logica di privazione, ma di abbondanza. Anzi, di sovrabbondanza, come è l'amore tra un uomo e una donna.   

Gesù rispose loro: 
«Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? (Lc 5,34).

Con altre due immagini, il Signore Gesù spiega quanto sia alta la posta in gioco. Si tratta infatti di accogliere una novità, gradevole come un pregiato vino mai gustato, bella come un vestito nuovo di zecca e non rabberciato alla bell’e meglio.

«Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; 
altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. (5,36).

Niente rattoppi, dunque. Non così si entra nel regno dei cieli. Nè così si può gustare la gioia delle beatitudini o accogliere la logica della croce. Solo a partire da una coscienza, personale e libera, di essere amati dentro e oltre limiti e peccati che possono segnare, talora gravemente, il nostro umano cammino. L’apostolo Paolo sembra indicarci una direzione dove cercare e far maturare questa novità di spirito. Spiegando ai Corinzi quanto sia infantile e inutile restare chiusi in atteggiamenti di giudizio, offerti o ricevuti, arriva a proclamare con malcelata fierezza:

 «Il mio giudice è il Signore!» (1Cor 4,4).

Ecco dove finisce la logica dei rattoppi e inizia quella della libertà dei figli di Dio. Dentro un cuore finalmente e finemente educato a cercare nel volto del Padre — e non altrove — lo specchio in cui misurare i lineamenti del nostro volto e del nostro cammino. Sospendendo ogni (nostro) giudizio.

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