MAI CONTENTI

Mercoledì - XXIV settimana del Tempo Ordinario

Nel descrivere i tratti essenziali dell’amore — in un testo divenuto celebre «inno» — san Paolo si trova costretto a partire da una definizione al negativo, elencando tutta una serie di esperienze che, pur essendo auspicabili traguardi di generosità e giustizia per la nostra umanità, possono non coincidere con la pienezza della vita. 

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, 
sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, 
se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, 
se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, 
ma non avessi la carità, non sarei nulla (1Cor 13,1-2).

Secondo l’apostolo entrare nell’orizzonte della vera carità, quella che non si accontenta di raggiungere e offrire una bella immagine di noi stessi, implica una completa e risoluta uscita dall’infanzia.

Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. 
Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino (13,11).

Purtroppo restare nei recinti e nei capricci dell’età infantile sembra essere il problema che il Signore Gesù osserva e denuncia alla gente della sua generazione, quindi anche alla nostra. 

«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 
È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: 
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, 
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”» (Lc 7,31-32).

Già, è tragicamente vero! Se vogliamo trovare nella realtà un motivo per non essere contenti o un pretesto per risparmiarci, facciamo sempre grande bottino. Di circostanze apparentemente sfavorevoli sono pieni i giorni. Se, però, crediamo che il tempo sia compiuto e il regno di Dio ormai vicino, dobbiamo riconoscere che qui, oggi la realtà è piena di occasioni per vivere il sogno sempre possibile dell’amore. Quello vero, naturalmente. Quello che ci svuota il cuore e ci consuma l’anima. Eppure ci lascia sempre contenti.

La carità è magnanima, benevola è la carità; 
non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio,
non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, 
non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 
non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 
Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (1Cor 13,4-7).

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