RIDUZIONI

Venerdì - XVII settimana del Tempo Ordinario



Quando ascoltiamo una voce o leggiamo un testo, siamo spesso colpiti da una frase o da un’idea che intercetta, talvolta inaspettatamente, la nostra sensibilità. È molto bello quando, senza alcun preavviso, ci sentiamo conosciuti e raggiunti proprio là dove le nostre domande restano in attesa di risposte. O, addirittura, là dove il nostro cuore sta ancora cercando di formulare le giuste domande al Dio che sempre ci parla. Le Scritture scelte per questo giorno attestano che non sempre la nostra sensibilità è un’utile precomprensione al processo di ascolto. Al contrario, proprio a causa di essa ci può capitare di trattenere solo una parte del messaggio di Dio. Non di rado la meno importante. Quando Geremia termina il suo discorso nell’atrio del tempio, viene immediatamente arrestato:  

«Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore:
“Questo tempio diventerà come Silo 
e questa città sarà devastata, disabitata”?» (Ger 26,9).
In realtà il profeta non aveva annunciato solo sventura, ma la possibilità di una conversione e di un ritorno a Dio, camminando di nuovo nella sua legge e nei suoi comandamenti. L’ipotesi della distruzione del tempio era solo una minaccia per far capire la gravità e l’urgenza dell’appello. Non diversamente devonoessere andate le cose nella sinagoga di Nazaret, dove il primo sermone di Gesù non sortisce l’effetto sperato, anzi malcelata incredulità. Abbastanza desolante, la finale del vangelo: 

Ma Gesù disse loro: 
«Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».
E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. (Mt 13,57-58).
È necessario riconoscere che nel nostro orecchio si nasconde una lama affilata, pronta a tagliare ciò che disturba i piani della nostra impaurita libertà, e disposta a trattenere ciò che conferma o urta l’immagine di noi stessi che amiamo conservare e coltivare. Restiamo così lontani da quella disponibilità piena, che lascia a Dio la libertà di parlarci dettando radicali condizioni di ascolto:

«Non tralasciare neppure una parola» (Ger 26,2).

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