Martedì della V settimana - Tempo di Quaresima


PEGGIORAMENTI


Talvolta, quando a noi sembra che le cose stiano andando male, succede che poi le cose inizino ad andare pure peggio. Allora diciamo che “piove sul bagnato”, oppure che “al peggio non c’è mai fine”. Le Scritture affermano addirittura che è il Signore a favorire certi odiosi peggioramenti, quando ci sente brontolare per le difficoltà presenti nel viaggio della vita.

Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente,
e un gran numero d’Israeliti morì (Nm 21,6).
Non sembra molto diversa la reazione di Gesù nei confronti di quei farisei che rimangono chiusi e ostili alla sua parola. Un vero e proprio indurimento e una certa messa in crisi del rapporto traspare dal tono e dalle parole del Maestro. 

«Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato.
Dove vado io, voi non potete venire» (Gv 8,21). 
Momenti come questi, tutti ne attraversiamo molti, nel deserto del nostro vivere quotidiano, soprattutto se abbiamo provato a prendere sul serio gli inviti della quaresima a vivere una più intensa umanità. Sono gli interminabili istanti in cui, alla nostra conclamata stanchezza, si aggiunge pure l’ostilità del cielo che non riusciamo ad avvertire più come alleato. In realtà, proprio in questi momenti seri (e duri), siamo quasi costretti a rientrare in noi stessi, per verificare quali domande stiamo ascoltando, visto che le risposte sono ormai diventate come un piatto che piange. Dicono i farisei a Gesù:

«Tu, chi sei?» (8,25).
Il Signore risponde sempre alle domande con cui ci mettiamo seriamente in ricerca del suo volto e, quindi, anche del nostro. Come Mosè innalza un segno di salvezza nel deserto, così il Signore Gesù annuncia un futuro pieno di salvezza e di rivelazione. Basta sollevare lo sguardo in alto, e accorgersi che le cose non possono andare male, perché andranno incontro al bene. 

«Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io sono» (8,28).

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