Festa di san Luca evangelista

Letture: 2Tm 4,10-17 / Sal 145 / Lc 10,1-9


VICINO



Celebriamo la festa di san Luca, evangelista. Rendiamo grazie a Dio, che per rivelarsi all'umanità ha voluto ispirare uomini che hanno fatto «ricerche accurate» e hanno steso un «resoconto ordinato» (cf Lc 1,3) riguardo «tutto quello che Gesù fece e insegnò» (At 1,1). Il Vangelo è quadriforme, insegnavano i santi Padri, perché ogni autore ha riletto il mistero pasquale di Cristo da un punto prospettico particolare, mettendone in evidenza alcune caratteristiche ben precise. Luca, come ci ricorda la Liturgia, nel suo vangelo ha voluto rivelare al mondo il mistero della «predilezione per i poveri» (cf. Colleta) che il Signore Gesù ha mostrato con la sua intera vita. Una povertà che, anzitutto, è stato lo stile con cui il Signore si è manifestato al mondo, a partire dalla sua nascita in circostanze modeste nella piccola cittadina di Betlemme (cf Lc 2,1-20) e dalla sua prima manifestazione ai pastori, casta povera e irrilevante nella società giudaica. Soprattutto la sua vita missionaria si è svolta nella più grande povertà di spirito, come Gesù stesso dichiara, a metà del suo viaggio verso Gerusalemme: «Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'Uomo non ha dove posare il capo» (9,58).


Anche nel vangelo di oggi è la povertà ad annodare tutte le indicazioni pastorali che Gesù impartisce ai settantadue discepoli inviati «avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi» (10,1): «Non portate borsa, né sacca, né sandali» (10,4). Il Signore Gesù si premura di spiegare anche il motivo di questa essenzialità: «È vicino a voi il regno di Dio» (10,9). I discepoli - di ogni tempo - sono chiamati a mostrarsi al mondo senza timore di annunciare che Dio si è fatto così vicino da poter essere «tutta la nostra ricchezza a sufficienza» (san Francesco). Agli occhi di Luca, medico sensibile al mistero dell’umanità ferita dal peccato, la vicinanza del Signore attraverso la carne umana di Gesù si esprime soprattutto nella misericordia e nell’attenzione agli ultimi, agli umili con i quali Dio costruisce la sua storia di salvezza e il suo regno di vita eterna. Nel suo vangelo mette in risalto come la tenerezza di Dio sia una forza capace di orientare e sostenere la storia umana verso la salvezza, ricordandoci che, in fondo, per affrontare il viaggio quotidiano nulla ci serve. Se non la memoria e l’esperienza di questa prossimità che Dio ha voluto stabilire con noi, facendosi dono e facendo diventare anche noi dono, lasciandosi accogliere e insegnandoci ad accogliere. Affinché nella «casa» del mondo possa abitare il bene più grande, annunciato dai profeti e sospirato da ogni cuore: la «pace» (10,5).


Commenti

Unknown ha detto…
Ciao fra Roberto! Non è un vero e proprio commento al post quanto un...ti ho trovato! :)
Ci siamo visti alla Missione Giovani a Crema e mi hanno detto di questo blog, al che ho deciso di iscrivermi.
Ora posso commentare il post. Hai scritto che ci sono quattro "punti di vista" diversi usati dagli evangelisti.
Quali sono gli altri tre (oltre a quello di Luca che hai già segnato ovviamente)?
Unknown ha detto…
Ciao fra Roberto! Sono Patrizia, di Montodine.Ci siamo conosciuti alla Missione Giovani di Crema, ma magari non ti ricordi...Non sapevo avessi un blog! E' veramente bello!
Non è proprio un commento questo è più un...ti ho trovato!:)
Ok dai ora commento. Hai parlato di quattro "punti di vista" diversi usati dagli evangelisti, sarei curiosa di sapere quali sono gli altri tre oltre a quello di Luca!