Mercoledì - XVII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Ger 15,10.16-21 / Sal 59 / Mt 13,44-46


LA GIOIA DI SCEGLIERE



Vedere il bicchiere mezzo pieno non è solo questione di benessere e armonia, è pure forza per scegliere, indispensabile atto di volontà che scaturisce da un cuore «pieno di gioia» (Mt 13,44). Almeno questo è quanto il vangelo oggi proclama, con intrigante e asciutta poesia.


Due brevi parabole sono sufficienti al Signore Gesù per annunciare che il «regno dei cieli» (13,44) - ciò che noi identifichiamo con una vita piena e salvata nell’amore - è accessibile a chi si lascia completamente afferrare dalla sua bellezza e dal suo valore. Sia l’uomo che «trova» accidentalmente «un tesoro nascosto nel campo» (13,44), sia il «mercante che va in cerca di perle preziose» (13,45), maturano la stessa, folle decisione, descritta dallo stesso Maestro: «va, vende tutti i suoi averi e lo compra» (13,46). Il vangelo si incontra e si rinnova solo così, attraverso la scoperta di una felicità e di un bene che ci rendono serenamente disposti a relativizzare - fino a poter abbandonare - ogni altra cosa.


Questa capacità di scorgere le cose belle e preziose seminate da Dio lungo il nostro cammino ha tuttavia bisogno di essere costruita e purificata. Il profeta Geremia, divenuto capace di divorare «con avidità» le «parole» del Signore che divennero «la gioia e la letizia» del suo cuore (Ger 15,16), ci trasmette la sua esperienza: «Non mi sono seduto per divertirmi nelle compagnie di gente scherzosa, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario» (15,17). I nostri sensi hanno bisogno di un’ascesi e di una purificazione che si compie solo nella solitudine del cuore. Solo scendendo nella profondità del nostro essere impariamo a «distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile», fino a diventare interiormente solidi. Persino «come un muro durissimo di bronzo» (15,20).


Se vogliamo una vita piena - se desideriamo entrare nel regno dei cieli - dobbiamo imparare a selezionare le perle, e a osservare in profondità ciò che incontriamo, senza considerare oro tutto ciò che luccica. La felicità, che è il destino di ciascuno di noi, è vicina, prossima a noi. Non sta né indietro, nel passato a cui non possiamo e non dobbiamo tornare, né in alto, negli impossibili scenari futuri. È qui, in mezzo a noi.


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