Giovedì - IV settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Re 2,1-4.10-12 / 1Cr 29 / Mc 6,7-13


PASSAGGI DI CONSEGNA



Le Scritture oggi raccontano due importanti passaggi di consegna che il Re Davide e il Maestro Gesù compiono in circostanze drammatiche della loro vita. Per il grande re di Israele «i giorni si erano ormai avvicinati alla morte» (1Re 2,1). Il Rabbì di Nazaret invece, dopo aver iniziato ad annunciare il Regno di Dio, sente attorno a sé chiudersi il cerchio delle ostilità, da parte delle autorità religiose che accolgono come un problema la sua rivoluzionaria predicazione. Nei momenti più drammatici della vita talvolta escono le parole più decisive, che non hanno paura di assumere la forma dell'imperativo, quando sono rivolte a qualcuno che si ama.


Disteso sul letto di morte, consapevole di aver camminato con tutta la sua fragile umanità davanti alla misericordia fedele di Dio, il re Davide rivela, una volta ancora, i tratti nobilissimi del suo animo. Da una parte confessa la propria piccolezza, accettando serenamente il destino di tornare ad essere nient'altro che polvere: «Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra» (2,2). Dall'altra, non dimentica la chiamata che ogni persona riceve da Dio e la consegna senza esitazioni a suo figlio: «Tu sii forte e mostrati uomo» (2,2); invitandolo ad assumere con fedeltà il peso dell'alleanza con Dio (cf 2,3).


Anche nelle parole con cui il Signore Gesù lancia i Dodici nel rischio della missione evangelica, possiamo cogliere lo stesso timbro scevro da paure e protezionismi che, non di rado, diluiscono la forza degli atteggiamenti educativi che siamo chiamati ad assolvere. I discepoli vengono inviati con un corredo piuttosto essenziale: «Nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche» (Mc 6,8-9). Il Maestro, che comincia ad avvertire sulla propria pelle il rischio della testimonianza, non mette al riparo i suoi amici. Al contrario manifesta piena fiducia nelle loro potenzialità, facendoli diventare collaboratori coscienti del Vangelo. Per questo li espone al loro cammino affinché possano diventare autenticamente figli del Padre e fratelli di ogni uomo, anche qualora dovessero incontrare il rifiuto e l'indifferenza: «Andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro» (6,11).


L'unità dell'Antico e del Nuovo testamento oggi ci assicura che per diventare forti e portare a compimento l'umanità che è dentro ciascuno di noi, è necessario osservare «la legge del Signore» che nel Vangelo dichiara ormai giunto il tempo della fraternità umana: una comunione d'amore da annunciare e da vivere, ad ogni costo. Solo così il regno di Dio si consolida «molto» (1Re 2,12), i «demoni» fuggono, gli «infermi» (Mc 6,13) guariscono. Si compie per tutti «la promessa» (1Re 2,4) di Dio.


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