Mercoledì - I settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Sam 3,1-10.19-20 / Sal 39 / Mc 1,29-39


PARLA, SIGNORE!



Se accettiamo che la prima cosa che il Signore abbia voglia di fare con noi è di metterci a tacere (cf. Vangelo di ieri), se non siamo troppo permalosi di fronte a questo divino sganassone, ci sono delle sorprese per la nostra vita. Dopo aver scacciato lo «spirito impuro», l'autorità del Signore Gesù inizia subito a manifestarsi come compassione. Entra «nella casa di Simone e Andrea» (Mc 1,29), si avvicina alla suocera febbricitante e la prende per mano: «la febbre la lasciò ed ella li serviva» (1,31). Poi, «dopo il tramonto del sole» (1,32), non smette di sprigionare calore e guarigione: «Guarì molti che erano affetti da varie malattie» (1,34), ravvivando in tutti il desiderio della presenza di Dio, come dice il discepolo Simone: «Tutti ti cercano!» (1,37).


Dopo aver messo a tacere i rumori del nostro cuore, la parola di Dio ci conduce a capire la nostra vita non è chiamata a restare nella solitudine della malattia o nella sterilità dell'egoismo, ma ad esprimere una capacità di servire gli altri con opere di bene, di giustizia e di amore. E mentre ricominciamo a fare queste cose, avviene la guarigione più bella, perché torniamo a credere che la nostra vita serva a Dio e ai fratelli, che un compito - oggi - attenda proprio noi. Che esista un pezzetto del regno di Dio che è stato affidato alla nostra sensibilità e alla nostra premura.


Se, quando, questo avviene, noi rientriamo nell'atteggiamento del discepolo, ricominciamo a vivere come quelli che ascoltano. Perché l'esperienza ci ha confermato ancora una volta quanto la parola di Dio sia ruvida ma liberante, scomoda ma potente. E, in fondo al cuore, fiorisce la preghiera. Quella più bella, che desidera, che colloca i nostri occhi alla stessa altezza di quelli di Dio: «Parla Signore, perché il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,9).


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