Giovedì - I settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Sam 4,1-11 / Sal 43 / Mc 1,40-45


PRESUMERE



La liturgia di oggi ci informa di una tentazione in cui può facilmente cadere la nostra vita di fede: presumere che Dio stia dalla parte dei nostri desideri, senza ricordare che i nostri desideri hanno spesso brutte radici, che affondano negli egoismi e nelle paure.


Nel racconto evangelico, vediamo Gesù compiere un gesto di guarigione nei confronti di un lebbroso. Annota accuratamente Marco che «ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: 'Lo voglio, sii purificato!'» (Mc 1,41). Non era certo necessario il contatto con la carne marcia del malato al Signore per guarirlo. Origene commentando questo episodio si chiede: 'Perché il Signore lo ha toccato, quando la Legge proibiva di toccare i lebbrosi?'. E risponde: 'Lo ha toccato per dimostrare umiltà, per insegnarci a non disprezzare nessuno a causa delle ferite o macchie del corpo, che sono un'imitazione del Signore ed è stato per questo che Egli stesso lo ha fatto'. Non era necessario, anzi proibito dalla Legge (cf. Lv 13-14) il gesto del Signore Gesù, ma era importante per quel povero emarginato sentirsi finalmente accolto ed essere raggiunto da un moto di autentica «compassione». Per questo, subito dopo, il Maestro lo ammonisce «severamente» di non «divulgare il fatto», perché non si trattava di una manifestazione di potenza, ma di un espressione di tenerezza e di amore.


Allo stesso modo il popolo di Israele, in un momento in cui è «sconfitto» di fronte all'avversario, crede di poter trattare Dio come un amuleto, sfruttando la sua presunta potenza: «Andiamo a prenderci l'arca dell'alleanza del Signore a Silo, perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici» (1Sam 4,3). L'arca arriverà «all'accampamento», ma nessuna miracolosa forza sosterrà gli Ebrei che vogliono evitare di combattere, approfittando dell'amicizia con Dio: «Israele fu sconfitto e ciascuno fuggì alla sua tenda» (4,10). Ottengono vittoria i Filistei che si animano a vicenda con queste parole: «Siate uomini, dunque, e combattete!» (4,9)


Anche noi dobbiamo imparare a combattere contro gli egoismi e le paure che ci impediscono di essere «uomini» e donne autentici. È davvero una brutta tentazione quella di trascinare Dio dalla nostra parte, chiedendogli continuamente di approvare i nostri progetti infantili. E poi non funziona. Fortunatamente Dio sta dalla parte del nostro meglio, anche a costo di vederci sconfitti e delusi. E attende che il nostro cuore sia veramente «purificato» e nuovamente disposto a seguirlo.


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