18 dicembre - Tempo di Avvento

Letture: Ger 23,5-8 / Sal 71 / Mt 1,18-24

Più che giusto


Oggi le Scritture ci raccontano come «fu generato Gesù Cristo» (Mt 1,18) nella nostra carne umana. Un vangelo breve e meraviglioso ci apre una finestra sul mistero di Giuseppe, lo «sposo» (1,19) di Maria. Questa personaggio silenzioso e discreto viene descritto come un «uomo giusto» (1,19), che un giorno - nel bel mezzo della sua giovinezza - si trova a dover affrontare un fatto sconcertante: la sua fidanzata è inaspettatamente incinta ed egli sa - egli solo sa - di non essere il padre di questo vita donata. Per Giuseppe inizia una notte disperata. Conoscendo bene la Legge di Dio, egli sa che una donna trovata gravida non a causa del suo legittimo sposo veniva pericolosamente esposta all’accusa di adulterio. La pena era terribile: immediata lapidazione (cf Dt 22). D'altro canto l'onesto falegname non può che pensare bene e dare fiducia alla sua giovane fidanzata. Difficile fare i conti con questa bizzarra situazione! Profondamente dilaniato dal dubbio, indeciso se rimanere fedele allo spirito della Legge o alla forza dei propri sentimenti, si inventa allora un escamotage: «Decise di licenziarla in segreto» (Mt 1,19), scrive l'envangelista. Senza gettare fango sulla reputazione di Maria, Giuseppe progetta di sciogliere segretamente il vincolo di fidanzamento. Mette da parte il suo orgoglio ferito e le sue paure e sceglie di agire non pensando a se stesso, ma in favore di Maria.


Proprio dopo questa nobile decisione, Dio gli si fa incontro con «un angelo» (1,20) che gli spalanca il cuore ad una straordinaria comprensione del mistero che si sta realizzando attraverso questa scandalosa gravidanza. Giuseppe unisce la sua sensibilità, ferita e perciò aperta, alla sensibilità di Dio e allora riesce a vedere la realtà più a fondo. Tutto ciò è per lui sufficiente per farsi da parte e prendere «con sé la sua sposa» (1,24), allargando le braccia e il cuore alla volontà di Dio.


Lo sposo della vergine è stato davvero un uomo grande nella fede, un vero modello per tutti noi. Anche noi ci troviamo spesso davanti a situazioni impreviste o incomprensibili che ci chiedono di operare difficili scelte, oltrepassando i confini di quella giustizia che ci siamo abituati a vivere o ad avere come nostra immagine di fronte agli altri. Sono i momenti nei quali non basta più evitare il male; occorre scegliere tutto il bene possibile, anche se costa fatica e ci sembra quasi di morire. Molto spesso queste situazioni ci chiedono di avventurarci in qualcosa di nuovo, utilizzando creativamente e coraggiosamente la nostra libertà. In questi casi possiamo scegliere di continuare ad essere dei buoni esecutori della legge, fedeli alle regole e ai precetti che siamo soliti osservare, oppure azzardare qualche passo in una direzione nuova se intuiamo che la vita si sta manifestando altrove. Sono le occasioni in cui oltrepassiamo la giustizia, il recinto di ciò che è lecito, ed entriamo nei prati dell'amore, negli spazi ampi delle cose possibili allo Spirito di Dio. Così - sempre e solo così - viene «generato» il corpo di Cristo, fiorisce quel «germoglio giusto» (Ger 23,5) che il Padre continua suscitare dentro la storia umana.

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