XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Letture: 1Re 17,10-16 / Sal 145 / Eb 9,24-28 / Mc 12,38-44


IMPARARE A DONARE



Dopo aver accolto e celebrato la bella compagnia di tutti i santi, oggi ci rimettiamo seduti nei nostri banchi da discepoli, nuovamente disponibili ad imparare dal Maestro Gesù come si vive secondo il vangelo. Anzi, come ci si dona «sull'esempio di lui che ha donato se stesso» (cf colletta).


Due monete

Il racconto evangelico di Marco volge al termine. Ancora un discorso (escatologico, appunto) e poi Gesù inizierà a vivere la sua passione. In quel tempo, lo scomodo Rabbì di Nazaret metteva in guardia «la folla» (Mc 12,38) nei confronti di quei personaggi molto in vista «che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze... avere i primi posti nei banchetti» (12,38-39). Gesù descriveva un modo di vivere che, gratta gratta, è dominato sempre dal bisogno di «farsi vedere» (12,90), dalla tirannia del giudizio altrui. Si tratta di un male mai assente nell'esperienza umana, che intercetta astutamente la nostra necessità di essere conosciuti e stimati. Gesù, seduto «di fronte al tesoro» (12,41), volge altrove il suo sguardo. Marco annota che, guardando verso il tesoro del tempio, Gesù «osservare come la folla vi gettava monete» (14,41). Poi, quando vede «una vedova povera» gettarvi «due monetine» (12,42), spalanca un sorriso e chiama «i suoi discepoli» (12,43). Dice loro che questa vedova ha fatto l'offerta più bella, perché ha donato «tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere» (12,44). Ne è sicuro, perché la vedova aveva due monete e, volendo, poteva gettarne una sola, visto che era povera.


Il superfluo

Quante volte noi teniamo in tasca la seconda moneta, sigh! E gettiamo, nei rapporti che viviamo, nelle cose che facciamo, solo una «parte del» nostro «superfluo» (12,44). paralizzati dalla paura di non sapere se ne varrà la pena o se qualcuno apprezzerà mai la nostra offerta, continuiamo a donare solo le cose che non ci lasciano la dispensa sguarnita. Un po' come facciamo quando svuotiamo l'armadio e regaliamo qualche vestito ai poveri: doniamo il superfluo e magari ci fa pure comodo, che così creiamo un po' di spazio per i prossimi (superflui) acquisti. Un po' come facciamo quando la vita ci spinge addosso ad un muro e non vediamo più alcuna luce, ci sentiamo braccati, immobili, non ci vediamo più come un dono da restituire. Ma - sembrano dirci oggi le Scritture - la paura di vivere non può mai diventare una scusa per rinunciare a donarsi e a giocarsi seriamente. Anzi, proprio quando la nostra realtà si presenta in tutta la sua «miseria» (12,44) possiamo finalmente percepirla come qualcosa che non va difesa ad oltranza, ma offerta in dono. Come ha fatto l'altra vedova, quella di Sarèpta, che ha offerto allo sconosciuto viandante il poco cibo a lei rimasto, fiduciosa nella promessa del Signore: «La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla terra» (1Re 17,14). Come ha fatto il Signore Gesù che «nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso» (Eb 9,26).


Il necessario

Solo quando offriamo noi stessi usciamo dal recinto del superfluo. La vita molte volte ci chiede di fare solo questo. E lo fa con una splendida delicatezza: ci regala delle occasioni - persone, incarichi, circostanze - in cui possiamo coinvolgerci pienamente, facendo diventare la nostra vita un servizio, una missione. Finché non accogliamo questi radicali appelli, i giorno possono restare pesanti ed esigenti, un tour de force dove tutti ci chiedono qualcosa e non arriva mai il momento del riposo, un sacrificio da ripetere «più volte» (9,25) anzi «molte volte» (9,26). Quando invece ci lasciamo toccare sul vivo e svuotiamo le tasche, gustiamo un sapore unico, «più» convincente «di tutti gli altri» (Mc 12,43) sapori della vita. Stiamo diventando infatti simili alla vedova, simili a Dio, che è felice perché ha nel cuore gli altri, che è ricco perché dona tutto ciò che ha.


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