Lunedì - XXXII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Sap 1,1-7 / Sal 138 / Lc 17,1-6


LA FEDE



La bella notizia, oggi, riguarda la fede. Non quella facile, nemmeno quella presunta. Quella scomoda e vera, di cui il Maestro Gesù mai si è stancato di parlare. Nel vangelo di oggi la fede nel Padre e nell'avvento del suo regno si declina nell'atteggiamento del perdono. Gesù ne parla con chiarezza, dicendo due cose: non scandalizzatevi, perdonatevi sempre. Scandalizzare significa essere d'inciampo all'altro, impedirgli il cammino mediante un ostacolo che lo costringe a cadere per terra. Questo noi facciamo ogni volta che smettiamo di perdonare e diciamo: "Adesso basta, non ne posso più! Tu con me hai chiuso". Invece il Signore ci esorta a non stancarci mai di praticare la misericordia: «Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ornerà a te dicendo: "Sono pentito", tu gli perdonerai» (Lc 17,3-4). Di fronte a questo insegnamento gigante, gli apostoli non sanno fare altro che chiedere aiuto al Signore: «Aumenta la nostra fede!».

Ci vuole proprio la fede per perdonare e, soprattutto, per farlo sempre. Non la forza di volontà, la simpatia, la serenità del cuore. La fede in ciò che Dio è e in ciò che noi, uniti a lui, possiamo essere. La fede è una forza che permette di fare cose impossibili: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe» (17,6), dice il Maestro. Il problema della fede non è dunque la quantità, ma la qualità. Di fede non ne serve tanta, un granello sembra essere più che sufficiente. È necessario invece avere la fede giusta, quella nel vangelo e nella sua paradossale logica della croce. Molta della fede che noi supponiamo di avere è in realtà una fiducia nelle logiche umane magari un po' ammantata di parvenza religiosa. Ma questa non è per niente la fede di cui parla il Maestro. Questa non è l'autentica ricerca della «giustizia» e della «potenza» (Sap 1,1.3) di Dio di cui parla l'avvio del libro della Sapienza.

Il granello è l'immagine perfetta di ciò che è la fede: qualcosa di piccolo in cui è racchiuso un grande potenziale di vita, capace di espandersi e diventare grande come una pianta. In ogni istante possiamo esprimere o smentire questa fede, rivelando quanto il nostro cuore è disposto a credere nel sogno di Dio - la fraternità tra gli uomini - e nel suo modo di realizzarlo - l'amore che perdona.



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