Giovedì - XXIX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 6,19-23 / Sal 1 / Lc 12,49-53


DIVISIONE



La parola del vangelo oggi è un pugno nello stomaco, sale gettato sulle nostre più quotidiane ferite: le divisioni, quelle odiose fessure che ci separano da noi stessi e dagli altri. Invano cercheremmo accomodamenti e attenuazioni di significato nella voce del Maestro, il quale apostrofa così i suoi discepoli: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (Lc 12,51). In questo tono forte e risoluto, possiamo forse raccogliere la sfida a non aver paura di affrontare i conflitti che la vita porta con sé e le conseguenti fratture che determinano nei nostri rapporti.


Abbiamo spesso nei confronti dei conflitti un atteggiamento ambiguo. Da una parte fingiamo di non averne, dall'altra ci prodighiamo - più o meno consciamente - a rimuoverli, dalla memoria e dall'orizzonte del futuro. Il Signore Gesù ci chiede di fare una cosa diversa: i conflitti vanno devono venire alla luce e, successivamente, essere assunti come porzione necessaria al compimento del nostro «battesimo» (12,50). Anzi, recuperando la riflessione di san Paolo, potremmo addirittura vederli come quella «debolezza» (Rm 6,19) che alimenta il «fuoco» (Lc 12,49) della nostra «santificazione» (Rm 6,19). Vivere nella logica battesimale significa infatti assumere con estrema verità «il dono di Dio» che è «la vita eterna in Cristo Gesù» (6,23) e le nostre «membra» che sono una realtà fragile sovente a «servizio dell'impurità e dell'iniquità» (6,19). Senza vergogna, con fiducia.


Le divisioni e i conflitti diventano metastasi incurabili quando restano nell'ombra, al riparo dalla «giustizia» (6,20) che è la misericordia. Allora il loro unico «salario è la morte» (6,21). Se invece emergono alla luce, anzi si immergono nel «fuoco» dell'amore di Cristo, diventano i luoghi dove la nostra vita si apre alla logica della riconciliazione. Incessante ministero che plasma i nostri corpi e conduce i nostri passi «sulla via della pace» (Lc 1,79).

Commenti

Anonimo ha detto…
quanta paura di affrontare i conflitti, ma è davvero l'unico modo per arrivare al fondo, alla verità di se stessi e degli altri, alla verità di un rapporto. il giorno del mio matrimonio il sacerdote che ci ha sposato ci ha detto che avremmo dovuto gettare molte maschere.. ho dovuto imparare a farlo e veramente mi sono sentita spesso scavata dentro , nel midollo, ma forse è l'unica via per essere donna e sposa vera, per respirare liberamente, per essere viva.. monica