Santa Famiglia – Anno B

Letture: Gen 15,1-6; 21,1-3 / Sal 104 / Eb 11,8.11-12.17-19 / Lc 2,22-40


SEGNO DI CONTRADDIZIONE



La festa della santa famiglia non affonda le sue radici nelle più antiche celebrazioni cristiane. Eppure la sua opportunità si rivela in maniera forte dentro la nostra società, ormai spaventata e impreparata davanti alla chiamata a generare e custodire il tesoro della vita umana. Ci possono aiutare nella riflessioni le parole forti che nel Vangelo vengono rivolte a Maria, la madre del Signore. «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,34-35). Queste cose «Simeone», l'uomo «giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui» (2,25-26) disse a Maria, quando Gesù venne presentato al tempio, «secondo la legge di Mosè» (2,22).


Un bimbo?

Come è possibile dire queste cose riferendole ad un bimbetto di otto anni? Come può il segno tenero del Natale del Signore suscitare parole così dure e scomode ad un vecchio profeta? Può un bambino creare contraddizione attorno a sé? Vale la pena ricordare che subito, sin dalla sua nascita, il bambino Gesù suscita schieramenti contrapposti: poveri contro potenti, innocenti contro dominatori. Se ogni nuovo essere umano è segno di contraddizione in quanto portatore di una verità che da soli non ci possiamo dare, a fortiori la nascita del Dio-uomo mette in crisi tutta la nostra libertà, provocata ad accogliere o a rifiutare. Ma che cosa significa che «Gesù è qui – in mezzo a noi – per la caduta e la risurrezione di molti»? Che alcuni cadono e altri risorgono? La solita ripartizione di buoni e cattivi?! La frase può essere opportunamente compresa anche così: molti dovranno cadere per risorgere; molti dovranno essere svelati, smascherati per poter arrivare alla novità portata da questo bimbo, che è il Cristo Signore. La nascita di Dio nella carne umana porta una crisi benefica all'uomo. Nessuno che voglia accogliere seriamente il segno del Natale può pensare di non entrare in contraddizione con se stesso, di non vedere contestata una parte del suo cuore. Nessuno può pensare di seguire la bellezza, la tenerezza, l'amore di Dio, senza rinnegare la violenza, la menzogna, l'ingiustizia. C'è un sano combattimento di liberazione che questo bambino invita ad accogliere e ad affrontare. Una liberazione da quella parte del nostro cuore che non ha la capacità di seguire il Signore Gesù. Esiste in ciascuno di noi una tenebra che va risolta, armonizzata, ma semplicemente rinnegata. 


Contraddizioni familiari!

La riflessione può a questo punto allargarsi al contesto della famiglia, che oggi celebriamo nella sua espressione più senta: Gesù, Giuseppe e Maria. Questa disponibilità a lasciarsi ridimensionare drasticamente dalla volontà di Dio è il segreto di questo stranissimo nucleo familiare, dove ciascuno è libero perché povero. Anche noi possiamo pensare di costruire buone famiglie, vere nel Signore e autentiche davanti agli uomini, senza questa capacità di scegliere e accettare i tagli 'santi' necessari a custodire la verità della vita e dei rapporti. Maria accoglie «la spada» (2,35) della volontà di Dio a partire dall'Annunciazione, fino alla terribile esperienza del calvario, dove accetterà di vedere il suo Figlio morire in croce per diventare nostra Madre e salvare l'intera famiglia umana.


Esistono tante sofferenze nelle nostre famiglie perché manca questa capacità a lasciarsi penetrare dalla lama della verità, riconoscendo ciò che va mantenuto e ciò che va buttato via. Non si salva nessuna famiglia senza questa spada. Senza un cuore capace di dire no alle sue menzogne è impossibile costruire una solida famiglia, ideale culla della vita e della sua trasmissione. Ogni discepolo di Gesù deve vivere questo taglio che nell'Antico Testamento si chiamava circoncisione del cuore. È il taglio di una parte del nostro organo affettivo, che non può essere riscattato perché è marcio di menzogna. Celebrare la festa della santa famiglia significa dichiararsi pronti ad operare tutti quei sacrifici di una parte della nostra volontà che nasce dal nostro io aggressivo, possessivo, malato, pusillanime e pauroso. Il Signore desidera compiere cose grandi con i nostri affetti purificati nel lavacro della sua Parola. Il Signore vuole rendere sante le nostre famiglie. Lasciamolo fare.


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