Mercoledì - I settimana del Tempo Ordinario

Letture: Eb 2,14-18 / Sal 104 / Mc 1,29-39


ALTROVE



«Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe» (Eb 2,14). Le parole della lettera agli Ebrei, che accompagna la meditazione della chiesa nei primi giorni di questo nuovo anno, sembrano un perfetto commento al Natale che abbiamo appena celebrato nella fede. Per dimostrarci il suo infinito amore per noi, Dio ha scelto di partecipare a quel mistero di «sangue e carne» che noi siamo, diventando «in tutto simile» a noi (2,17). In questo modo ci ha rivelato l'immagine del Dio invisibile, il suo volto «misericordioso e fedele» (2,17). Dio però non si è fatto carne soltanto per dirci qualcosa di se stesso, ma per rivelarci qualcosa di noi stessi. Egli è venuto verso di noi per renderci capaci di andare verso di lui. Dio ha preso la nostra natura umana per farci diventare eredi della sua natura divina. Le Scritture in questi primi giorni vogliono trascinarci proprio in questo dinamismo di crescita e maturazione della nostra umanità verso orizzonti migliori. Il Signore è venuto in mezzo a noi per chiamarci ad un cammino (lunedì) di liberazione da tutti gli spiriti immondi e pusillanimi (martedì) capaci di renderci «soggetti a schiavitù per tutta la vita» (2,15). Oggi la narrazione evangelica diventa ancora più appassionante, regalandoci una fotografia della giornata tipica di Gesù, nella quale vediamo in che modo la sua forte tenerezza «si prende cura» di noi (2,16).


C'è una donna (la suocera di Simone) che è a letto con la febbre. I discepoli parlano al Maestro di lei. Gesù si avvicina, la prende per mano e «la febbre la lasciò» (Mc 1,31). Alla sera, quando la luce sembra svanire, la lampada della salvezza continua a splendere: il Signore «guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni» (1,34). Quando i discepoli però vorrebbero assolutizzare l'esperienza appena vissuta, attirati dal miraggio del successo e del consenso popolare - «Tutti ti cercano!» (1,37) – il Maestro propone un'altra strada: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là» (1,38). Sembra dura questa parola, ma in realtà è piena di amore e libertà. Gesù si era svegliato prima dell'alba e «in un luogo deserto pregava» (1,35). In questa comunione con Dio possiamo immaginare che il Maestro abbia trovato la forza di non soffocare quello slancio di carità verso ogni creatura che ardeva dentro il suo cuore. Nel silenzio della preghiera il Maestro ha attinto la forza per rinunciare ad una scelta di stanziamento, che sarebbe potuta essere anche buona e ragionevole. 


Anche noi possiamo forse imparare nella preghiera a non rimanere troppo legati ai regali e alle salvezze che Dio ci dona durante la vita. Corriamo il rischio di rimanere incastrati dentro piccole felicità e di non cercarne altre più grandi. Così facendo abbassiamo il tono della nostra vita e la rendiamo mediocre, accontentandoci di quei quattro spiccioli di benessere e affetto che abbiamo imparato a ricevere. Il gesto ruvido e quasi scortese del Signore – che se ne va da una folla che ancora desidera la sua presenza – ci ricorda che la vita è anche «altrove» (1,38). E per trovarla dobbiamo avere la lucidità e la prontezza di rimanere insensibili di fronte alle passioni che chiudono la nostra vita in un circolo vizioso, dove non accade mai niente di veramente nuovo. Questa lucidità e questa prontezza sono il dono che riceviamo dal Padre quando restiamo a mani vuote davanti al suo volto.


Commenti

Anonimo ha detto…
domenica 11 gennaio Battesimo del Signore Gesù

"..così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me.. senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata.." Isaia 55

questa prima lettura mi ha lasciato come una nuova consapevolezza e un motivo di gioia intima: nel giorno del Battesimo Dio ha pronunciato delle parole su di noi, sulla nostra vita, sul nostro nome, con l'unzione dello Spirito siamo destinati a diventare ciò che Lui ha detto, ciò che Dio desidera per noi. la tua Parola operi in noi Signore ! siamo figli di Dio, veniamo da lontano.. monica