Giovedì - XVI settimana del Tempo Ordinario

Letture: Is 26,7-9.12.16-19 / Sal 101 / Mt 11,28-30


RISTORO



Le letture che in questi giorni estivi ci vengono offerte dalla liturgia sembrano intercettare bene il nostro bisogno di trovare un po' di sano «ristoro» per le nostre «anime» (Mt 11,29). È in fondo questo «tutto il nostro desiderio» (Is 26,8) con cui approdiamo –  quasi sempre «affaticati e oppressi» (Mt 11,28) – al tempo delle vacanze estive: vivere qualche giorno di relax al mare o sui monti, insieme alla famiglia o agli amici. Chi di noi, infatti, non si sente pienamente raccontato dall'immagine a cui ricorre il fantasioso profeta: «Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida nei dolori, così siamo stati di fronte a te, Signore» (Is 26,16)? Proprio come le angosciose doglie di un parto, così molti dolori che accompagnano lo scorrere della nostra esistenza sembrano essere soltanto un crudele e sterile soffrire. Il disappunto aumenta quando ci accorgiamo che molta della nostra agitazione «era solo vento»! (26,18), non l'avverarsi delle nostre peggiori paure.


È un esperienza amara che non risparmia nessun cittadino del mondo amato da Dio. È il dolore perché i nostri figli non camminano su vie buone e vere, la tristezza per ritrovarci dentro molte solitudini, lo sdegno di fronte ad innumerevoli ingiustizie sociali, lo scoraggiamento di fronte ai frutti che non sembrano arrivare mai. Come se la vita non avesse altro destino se non quello di una bella occasione che non si compie mai. E vani sono tutti i nostri sforzi per modificare questo triste finale: «Non abbiamo portato salvezza al paese e non sono nati abitanti nel mondo» (26,18).


La parola del Vangelo si rivolge come una freccia appuntita a questo sconforto che dimora nella nostra fragile umanità: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28). Prima di dirci cosa fare però il Maestro Gesù ci invita a fare ciò che egli sta già facendo: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime» (11,29). Imparare da Dio a portare il peso della vita è il «ristoro» (11,29) estivo che possiamo concederci! Le difficoltà della vita quotidiana che siamo chiamati ad attraversare possono essere più o meno pesanti a seconda del modo con cui sappiamo affrontarle. Il Signore desidera che facciamo un viaggio verso il nostro cuore, là dove possiamo scegliere quale timbro assegnare alle nostre scelte. Un timbro «mite» e «umile» (11,29) rende «dolce» e «leggero» il «carico» (11,30) di ogni giorno, anche in mezzo a molte prove e difficoltà. Questa può diventare la nostra preghiera e la nostra convinzione: «Sì, nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te» (Is 28,8).


Commenti