Venerdì - XI settimana del Tempo Ordinario

Letture: 2Re 11,1-4.9-18.20/ Sal 131 / Mt 6,19-23


LUCE NEGLI OCCHI



Siamo esseri straordinari, ci assicura il Maestro nel Vangelo di oggi. I nostri giorni non sono una più o meno fortunata successione di eventi, ma una vera e propria 'caccia al tesoro'. Sebbene molti avvenimenti – i più importanti – sfuggano alle nostre pianificazioni, nel viaggio della vita noi procediamo attratti dai desideri profondi che ci abitano. «Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21), dice il Signore ai suoi discepoli, tentati di attaccarsi in modo eccessivo ai tanti «tesori» che ci sono sulla «terra» (6,19). Questo ci differenzia dalle altre forme di vita presenti nel mondo: la tensione innata, profondamente radicata nell'anima a cercare «tesori nel cielo» (6,20), anche se la triste storia di ogni giorno ci mostra con quanta facilità ce ne dimentichiamo. 


E non vale la pena di immaginare questa demarcazione suggerita dalle parole di Gesù come una contrapposizione tra i piaceri della vita e le mortificazioni spirituali che ci sembra di dover offrire al Dio del cielo. Niente affatto! I tesori della terra che possono sedurre il nostro cuore oltre misura non sono le realtà terrene che dobbiamo vivere e gestire in quanto uomini, ma quel modo vorace e intemperante di assumerle per cui arriviamo a scendere a patti con la giustizia e la verità. La storia di «Atalia, madre di Acazia» che si propone «di sterminare tutta la discendenza regale» (2Re 11,1) per poter regnare «sul paese» (11,3) e che alla fine «fu uccisa» (11,16) a sua volta in maniera orribile racconta a tinte forti quello che può capitare al nostro occhio se diventa «malato» (Mt 6,23). Quando il nostro desiderio delle cose che inevitabilmente si «consumano» (6,19) in questo mondo diventa troppo grande, allora il nostro cuore cessa di essere un luogo di libertà e di relazione, trasformandosi in un vuoto pieno di tenebra, abitato da desideri di morte e di egoismo: «Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!» (6,23).


Educare il desiderio interiore alle cose grandi a cui Dio ci chiama è la splendida fatica di ogni giorno che il Vangelo ci chiede di assumere senza superficialità e senza paura: «La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce» (6,22). Durante le nostre giornate tutte le cose che entrano nella nostra vita sono filtrate dal nostro occhio, che può essere più o meno illuminato, più o meno capace di riconoscere il valore e la verità delle occasioni che ci capitano. Basta poco, un po' di luce vera negli occhi, per trasformare la vita che riceviamo da Dio nella possibilità di amare ciò che anche lui ama, di essere ciò che lui è, di trovarci «là» (6,21) dove quello che costruiamo potrà esistere per sempre, perché non ci sono «ladri» che «scassinano e rubano» (6,19), «né tignola né ruggine» (6,20), ma un Padre che ci attende e ci ama.


Commenti

Anonimo ha detto…
E' sempre estremamente difficile valutare nelle giuste proporzioni le sollecitazioni che ogni giorno la vita ci propone.

In questi giorni sto vivendo un momento molto difficile sul lavoro e leggere "questa Parola" mi aiuta a cercare di rimettere ordine ai
miei pensieri.

Prego perchè il frutto di "questa Parola" possa maturare in me nei prossimi giorni aiutandomi a riacquistare il desiderio delle cose grandi.

Mimmo