Lunedì - VIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Pt 1,3-9 / Sal 110 / Mc 10,17-27


DIFFICILE?



«Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!» (Mc 10,24). Ci consolano e, in certo modo, ci fanno sentire subito bene accolti le parole del Vangelo che la Chiesa ascolta in questo inizio di settimana. Come mai il Maestro Gesù si lascia scappare un'esclamazione così deprimente? Lui che aveva iniziato la sua predicazione proclamando la vicinanza e la disponibilità del Regno: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo» (1,15)! Ma soprattutto ci potremmo chiedere: perché le sue parole sono dannatamente vere? Come mai è così difficile diventare cristiani convinti e contenti, capaci di amare con generosità, fedeltà e libertà di cuore? Perché l'avventura dell'amore ci coglie spesso impreparati, indecisi e immaturi?


Il racconto del «tale» che va «incontro» a Gesù per domandargli «in ginocchio» il segreto della «vita eterna» (10,17) è piuttosto illuminante. Il Maestro pone il cercatore di verità – e anche ciascuno di noi – davanti al grande bivio dove possiamo continuamente scegliere un'esistenza che accumula, non solo i «beni» (10,22) di questo mondo, ma anche l'osservanza ai comandamenti di Dio: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza» (10,20) oppure un'esistenza che rinuncia radicalmente ad ogni acquisizione e ogni accumulo, in favore di quella libertà che consente di essere disponibili a seguire il Signore e ad avere come unico «tesoro» il «cielo» (10,21) e «la salvezza» della vita (1Pt 1,9). Se infatti l'osservanza dei comandamenti fa parte del dettato evangelico, non sempre ne è espressione autentica e convincente. Larga parte della nostra coerenza morale e delle nostre virtù infatti sono più il risultato del nostro sforzo che il frutto buono della la grazia di Dio in noi. Ne abbiamo un'amara conferma quando la vita ci chiede di spogliarci improvvisamente dei nostri abiti e dei nostri meriti, mettendo a nudo la nostra realtà. Subito veniamo colti da paura e tristezza, esattamente come quel tale che «rattristatosi» per le parole di Gesù «se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni» (Mc 10,22) che decoravano l'albero della sua vita. Anche noi, che cerchiamo di amare il « Signore nostro Gesù Cristo» (1Pt 1,3), «pur senza averlo visto» (1,8), vorremmo accrescere «il valore» della nostra «fede» (1,7) attraverso una logica quantitativa di accumulo, manifestando i nostri talenti ed elemosinando prove, segni e conferme che poi custodiamo con gelosia nelle stanze invisibili del nostro cuore. Sebbene in questo non ci sia nulla di male, dobbiamo ricordarci che essere discepoli non significa affatto accumulare risultati e traguardi, come una specie di fondo pensionistico o assicurativo; non è questa «la mèta della vostra fede» (1,9), direbbe l'apostolo Pietro! 


Essere discepoli significa ricambiare l'amore con cui Dio ci vede e ci chiama: «Allora Gesù, fissatolo, lo amò» (Mc 10,21), accettando di rimanere poveri davanti al suo volto ma senza la paura di non avere nulla da offrire. L'amore per Dio e per i fratelli non si costruisce dentro un robusto e inossidabile edificio di sicurezze, ma dentro i confini tenui e miti di una «speranza» che però è «viva» (1Pt 1,3) ed è connotata dalla «gioia» (1,6) perché è riposta nel Dio che «nella sua grande misericordia ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti» (1,3). Dobbiamo solo accettare che il «cammello» (Mc 10,25) della nostra paura travestita da gigante passi docilmente attraverso «varie prove»  (1Pt 1,6) per diventare un filo capace di passare negli spazi stretti della realtà quotidiana, e di cucire relazioni e situazioni ormai lacerate ad uno sguardo umano, ma non davanti alla «potenza di Dio» (1,5), che rende «tutto possibile» (Mc 10,27). Soprattutto la difficile avventura dell'amore.


Commenti

Anonimo ha detto…
Signore aiutami in questo importante periodo della mia vita ad amare, ad amare senza "se" e senza "paura", ad affidarmi a Te come una vera figlia. Quanto è difficile e a volte doloroso ma voglio AMARE!