Martedì - II settimana di Pasqua

Letture: At 4,32-37 / Sal 92 / Gv 3,7-15


IN-SIEME



In questi giorni di luce e di gioia due libri delle Scritture sante sostengono e orientano la preghiera della Chiesa, discepola in ricerca del Risorto e sposa in attesa dello Spirito d'amore. Da una parte il vangelo di Giovanni che richiama i significati profondi della vita nuova generata dalla Pasqua, con il suo afflato mistico e la sua penetrante capacità speculativa. Dall'altra il racconto degli Atti degli Apostoli, che narra i sentieri – belli e e tortuosi – che la prima comunità cristiana ha percorso, animata dallo Spirito Santo e dal desiderio di «proclamare la potenza del Signore risorto» per manifestare «al mondo la pienezza della vita nuova» (colletta).


Nell'incontro notturno tra il cercatore di Dio Nicodemo e il Maestro Gesù, ascoltiamo un grande imperativo: «Dovete rinascere dall'alto» (Gv 3,7). Dopo la Pasqua di risurrezione, dopo che Dio ha manifestato la densità e la tenerezza del suo amore per noi, la decisione di cambiare profondamente il senso dei nostri giorni diventa un dolce obbligo a cui non possiamo davvero sottrarci. Tutto il bene che Dio ci ha detto e dato nel suo Figlio morto per noi desidera essere la misura larga e generosa con cui ridefiniamo le nostre scelte e gli orientamenti della nostra vita. Forse anche in noi può sorgere la legittima domanda: ma «come può accadere questo?» (3,9). Ma forse è altrettanto vero che di fronte ad una nuova nascita non si possono anteporre troppe verifiche e misurazioni. Meglio abbandonarsi al vento di novità che «soffia dove vuole» se ne «senti la voce» (3,8).


Ciò nondimeno, il libro degli Atti precisa una modalità concreta con cui possiamo rinascere a nuova vita, dopo la Pasqua del Signore Gesù: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola, e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune» (At 4,32). Il primo istinto, l'immediata ispirazione che il Risorto suscitò nella comunità dei credenti fu la condivisione libera e generosa della vita e dei beni, al punto che «nessuno tra loro era bisognoso» (4,34). Anzi, «a ciascuno veniva distribuito secondo il suo bisogno» (4,35). I discepoli stavano insieme, uniti dallo Spirito di amore, e questo saziava profondamente il cuore di ciascuno. In questo modo «con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù» (4,33).


Così ieri!

Così oggi?


Commenti

Anonimo ha detto…
La nostra risurrezione quotidiana, quella che avviene ogni giorno quando ci svegliamo, è opera di Dio, avviene grazie al lieve soffio
dello Spirito che rende nuove tutte le cose:
lo scorrere del tempo,
gli attimi di amore che sappiamo sprigionare dal nostro cuore.
Per ogni giorno che mi viene dato da vivere, ti benedico mio Dio.