Mercoledì della IV settimana - Tempo di Quaresima

Letture: Is 49,8-15 / Sal 144 / Gv 5,17-30


SENZA INDIPENDENZA



È quasi imbarazzante la libertà interiore e la franchezza con cui il Signore Gesù dichiara la sua assoluta dipendenza da Dio Padre: «Il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre» (Gv 5,19). Abituati ogni giorno a fare un sacco di cose – dimenticando il più delle volte che sono occasioni ricevute in dono e non diritti inalienabili – ci sembra quasi assurdo ascoltare il Figlio di Dio affermare di non poter far niente se non prendendo appunti dal Padre, al punto che «quello che egli fa, anche il Figlio lo fa» (5,19).


Abbiamo sempre molti problemi a ristabilire un contatto adulto e responsabile con le giuste dipendenze e le legittimi autonomie che regolano la nostra vita. Nei confronti delle prime temiamo che possano impedirci di essere liberi artefici del nostro destino, mentre verso le seconde oscilliamo tra la trasgressione e la paura di volare. Risultato? Viviamo male i legami e non ci godiamo veramente la libertà che ci spetta e che Dio ci dona!


Il Vangelo di oggi ci offre l'occasione per chiederci se siamo veramente liberi, nei momenti in cui crediamo di esserlo e, nel contempo, se siamo poi così soli e smarriti nell'universo quando la tristezza si dilata nel nostro cuore. Forse una più attenta riflessione sulla realtà potrebbe ridimensionare paura e presunzione, e condurci a fare una più viva esperienza di quell'amore di cui parla il Signore quando afferma che la sua dipendenza non è affatto una relazione infantile, dal momento che «il Padre ama il Figlio» e «gli manifesta tutto quello che fa» (5,20).


Il Figlio vive una giusta dipendenza dal Padre e una sana libertà perché è assolutamente convinto e cosciente che «come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso» (5,26). Questa relazione adulta con Dio è accessibile anche a noi, nella misura in cui non ci vergogniamo di riconoscerci figli bisognosi di guida e di affetto. 


Passiamo le giornate a frugarci le tasche alla ricerca di qualche spicciolo con cui pagare il conto della vita, ad elemosinare attenzioni e premure in ogni direzione, e ci dimentichiamo che il nostro volto è circondato d'amore nel cuore di un Dio che vuole solo donarci ogni cosa e custodire il nostro ricordo per sempre: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,15).


Commenti

Anonimo ha detto…
Quanto bisogno d'amore abbiamo, quante volte non mi accorgo di avere un Padre che con grande Amore non si dimentica di me.. E corro, mi affanno, piango perchè le attenzioni che vorrei non arrivano..
Aiutami Signore e rendimi capace di gestire i miei affetti e legami.
Anonimo ha detto…
"Il Padre mio opera sempre e anch'io opero"...

Il Padre lo genera e lui si lascia generare dal Padre...
Al centro dell'operare e del generare c'è l'amore. L' Amore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre; e l'Amore perchè è Amore non può restare inattivo.
Che la mia, la nostra vita si lascino generare quotidianamente dal Padre.