Feria del 18 dicembre – Tempo di Avvento

Letture: Ger 23,5-8 / Sal 71 / Mt 1,18-25


OLTRE LA LEGGE



In questi giorni di preparazione al Natale, la chiesa è solita ascoltare i cosiddetti 'vangeli dell'infanzia'. Nei prossimi giorni sarà l'evangelista Luca a guidarci presentandoci l'itinerario di Maria. Oggi invece il punto prospettico è quello di Matteo, che si preoccupa di raccontare «la nascita di Gesù Cristo» (Mt 1,18) dal punto di vista di «Giuseppe», lo «sposo» (1,19) di Maria. 


Quest'uomo «giusto» (1,19) si trova davanti ad un fatto sconcertante: la sua fidanzata è incinta e solo lui sa di non essere il padre di questo figlio. Per Giuseppe inizia un tempo di profonda oscurità. Essendo giusto sa bene che una donna che concepisce un bambino senza il suo legittimo sposo era esposta all’accusa di adulterio e alla pena di lapidazione (cf Dt 22). D'altro canto conosce bene Maria, la sua bellezza e la sua purezza, e non può certo pensare che abbia commesso un adulterio. È notte per Giuseppe; vorrebbe rimanere giusto, e nel contempo continuare a credere nella sua fidanzata. Profondamente dilaniato dal dubbio, pensa allora ad un escamotage: «Decise di licenziarla in segreto» (Mt 1,19), scrive l'envangelista. Senza gettare fango sulla reputazione di Maria, Giuseppe decide di sciogliere segretamente il vincolo di fidanzamento. Mette da parte il suo orgoglio ferito e le sue paure e sceglie di agire in favore di Maria.


Proprio dopo questa nobile decisione Dio interviene attraverso «un angelo» (1,20) che apre il cuore di Giuseppe ad una straordinaria comprensione di quanto sta succedendo. Giuseppe unisce la sua sensibilità a quella di Dio e allora riesce a vedere la realtà più a fondo, fino a scorgere il disegno dell’Onnipotente dentro questa sconcertante gravidanza. Tutto ciò è per lui sufficiente per abbandonare il dubbio e prendere «con sé la sua sposa» (1,24).


Lo sposo della vergine è stato davvero un uomo grande nella fede, un vero modello per tutti noi. Anche noi ci troviamo spesso davanti a situazioni impreviste o incomprensibili che ci chiedono di operare difficili scelte, oltrepassando i confini di quella giustizia che ci siamo abituati a vivere o ad avere come nostra immagine di fronte agli altri. Momenti nei quali non basta più evitare il male; occorre scegliere tutto il bene possibile, anche se costa fatica e ci sembra quasi di morire.


Molto spesso queste situazioni ci chiedono di avventurarci in qualcosa di nuovo, senza paura, anzi utilizzando creativamente e coraggiosamente la nostra libertà. In questi casi possiamo scegliere di continuare ad essere dei buoni esecutori della legge, fedeli alle regole e ai precetti che siamo soliti osservare, oppure azzardare qualche passo in una direzione nuova se intuiamo che la vita si sta manifestando altrove. Soprattutto se ci accorgiamo che c'è il volto di qualcuno che ha bisogno del nostro amore e della nostra comprensione.


Sono le occasioni in cui il Signore ci chiama ad entrare in quella Legge più grande che è la vita nello Spirito. Quando Dio vuole introdurci negli spazi della grazia ci chiede di uscire con coraggio dai recinti della Legge e di compiere una maturazione che non è mai scontata, anzi spesso richiede preghiera e sacrificio. Così, proprio così, avviene ancora, nel tempo della chiesa, «la nascita» (1,18) del corpo di Gesù Cristo, la sua vita nella nostra carne.


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