Lunedì - XXXIV del Tempo Ordinario

Letture: Dn 1,1-6.8-21 / Dn 3 / Lc 21,1-4


BELL'ASPETTO



Chi non vorrebbe avere attorno a sé persone così: «senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni scienza, educati, intelligenti» (Dn 1,4)? È piuttosto comprensibile la decisione del re Nabucodonosor di costituire una élite di umanità selezionata da preparare e da mettere a suo personale «servizio» (1,5). Tutti noi ci circondiamo volentieri di tutto ciò che appare bello e appariscente, capace di colpire e ammaliare chi guarda.

Invece il Signore Gesù non si lascia affatto incantare dalle sonanti offerte che «alcuni ricchi gettavano» nel «tesoro» (Lc 21,1). I suoi occhi vengono catturati dalla nascosta bellezza di «una vedova povera» che offre a Dio soltanto «due spiccioli» (Lc 21,2). Il Maestro rimane profondamente affascinato dal gesto di questa donna, perché ha donato «tutto quanto aveva per vivere» e non il «superfluo» (21,4). Infatti, se voleva, almeno uno spicciolo poteva tenerlo in tasca!

C'è una bellezza interiore nella nostra vita che non siamo più abituati a coltivare e ad osservare. Potremmo chiamare intenzione profonda questa invisibile anima che sta dentro i nostri atti quotidiani e conferisce loro una profondità, un calore e un colore che si lascia ammirare. Quando siamo capaci di dare la vita – noi stessi – ci rivestiamo di una dignità splendida; diventiamo bellissimi. Il Signore se ne accorge subito.

Tuttavia non è affatto facile garantire questa linfa alla nostra vita. Bisogna decidere nel «cuore» di «non contaminarsi» (Dn 1,8) con altri cibi che non siano il «fare la volontà del Padre» (Gv 4,34). I quattro «giovani israeliti» (Dn 1,3), Daniele, Anania, Misaele e Azaria, si sottopongono liberamente ad una «prova»: non modificare la propria dieta, limitandosi a «mangiare legumi e bere acqua» (1,12). L'esito è sorprendente: «le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re» (1,15). Lo stomaco leggero e incontaminato si riflette anche nello spirito dei quattro giovani, che rimangono capaci di avere e interpretare «visioni e sogni» (1,17).


Possiamo ogni giorno scegliere quali cibi introiettare e quali rifiutare. Non è una piccola scelta!. Ne va della nostra autentica bellezza.  È in gioco la nostra capacità di leggere dentro la storia le tracce del sogno di vita che Dio ci chiede di conoscere e di costruire insieme a lui.



Commenti

Anonimo ha detto…
Mi viene spesso da sorridere quando sento dire dall'attrice di turno, intervistata alla tv, che la bellezza per lei (che ne è dotata) non conta ma, che l'importante è essere belli dentro.

Purtroppo nonostante la dichiarazione di intenti non ci soffermiamo molto a guardare la bellezza interiore delle persone che ci circondano.

Credo sia umano essere attratti dalla bellezza ma, non è "umano" restare indifferenti ai bisogni o ai gesti altrui.

Prego quindi perchè la mia attenzione sia sempre più rivolta al "cuore" delle persone che incontro lungo il mio cammino ed impari a mettere in luce quanto di bello e buono vi è in essi.

Mimmo