SANTA MARIA DEGLI ANGELI alla Porziuncola

Letture: Gal 4,3-7 / Lc 1,46-55 / Lc 1,26-33

PICCOLO GRANDE AMORE


Oggi celebriamo la festa della Porziuncola, una piccola chiesa nei dintorni di Assisi dedicata a santa Maria degli Angeli. Questo luogo fu davvero prezioso e caro a san Francesco, perché in esso prese stabile dimora con i suoi frati dopo il ritorno da Roma, fondò con santa Chiara l’ordine delle sorelle povere e, infine, concluse i giorni della sua vita terrena. La Porziuncola è una chiesetta davvero piccola, povera e semplice: per questo san Francesco l’amò in modo particolare. Era per lui un’immagine concreta di quel volto umile di Dio che si è chinato sull’umanità con così tanto amore da diventarne pienamente partecipe. Inoltre la Porziuncola era immagine perfetta dell’umiltà di Maria, questa giovane donna che non accampò scuse inutili quando l’angelo le annunciò che Dio le chiedeva un aiuto speciale per portare nel mondo tutta la sua «grazia» (Lc 1,28). Attorno a questa piccola chiesa Francesco e i suoi compagni vissero un’autentica esperienza di vita evangelica, nella povertà e nella letizia.


Per questi motivi un giorno Francesco, toccato profondamente dall’amore di Dio, chiese ed ottenne dal papa la concessione di una speciale indulgenza plenaria, detta ‘Perdono di Assisi’ che i Pontefici successivi confermarono ed estesero a tutte le altre chiese. A questo proposito vale la pena di ricordare il significato che l’indulgenza aveva nel Medioevo di Francesco. Sappiamo dalla storia che era invalso allora l’uso di intraprendere un grande pellegrinaggio a Santiago, a Roma e, soprattutto, a Gerusalemme. Questo viaggio di speranza, non accessibile evidentemente alle classi più povere, esprimeva il desiderio di penitenza che nella coscienza collettiva non poteva mancare per una vita cristiana autentica.


È un aspetto che merita di essere valorizzato anche da noi che oggi vogliamo compiere, attraverso l’indulgenza di Assisi, un gesto che aiuti la nostra vita a maturare nelle fede in Dio e nell’amore verso i fratelli. Per ricevere l’indulgenza plenaria, cioè il sollievo dalla pena temporale che ciascun uomo sperimenta in quanto peccatore, la Chiesa indica alcune condizioni: la visita ad una chiesa, la recita di alcune preghiere e la celebrazioni dei Sacramenti del Perdono e dell’Eucaristia come espressione di una comunione con Dio e con i fratelli. A queste condizioni si aggiunge un’ultima raccomandazione che spesso passa un po’ in secondo piano: una ‘disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato’.


Cosa significa? Non certamente la assoluta purezza di cuore, ma almeno un sincero desiderio di riprendere il cammino della santità, con estrema e concreta disponibilità. Insomma, la Chiesa ci dice: se volete approfittare di questo grande tesoro che è l’amore di Dio e dei santi, affinché la vostra vita o quella di un defunto sia un po’ risollevata dalle sue pene, allora è indispensabile che in voi ci sia il desiderio di vivere senza paura e senza sconti il vostro Battesimo.


L’indulgenza non è allora un gesto scaramantico o infantile, quasi un fondo assicurativo/pensionistico che ci garantiamo per il nostro futuro. È piuttosto un gesto adulto, finalizzato a riaccendere il motore della nostra conversione.


È un po il discorso che san Paolo rivolge ai Galati: «Anche noi, quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli elementi del mondo. Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,3-5). Cioè: un tempo vivevamo per le cose del mondo: la casa, la famiglia, i soldi, la salute, ecc. e ci sembrava che tutta la vita fosse in queste cose; ma quando è venuto il Signore Gesù abbiamo capito che la vita ci è donata per un fine bellissimo: diventare figli di Dio. E poi, Paolo aggiunge: ne siamo sicuri, dentro di noi sentiamo lo Spirito di Dio che sostiene la nostra preghiera gridando: «Abbà, Padre!» (Gal 4,6).


L’esperienza di Paolo è anzitutto l’esperienza che Maria di Nazaret visse di fronte all’annuncio di Dio: «Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28). Maria, donna povera e semplice, credette che Dio desiderava proprio la sua vita per generare la vita del suo unico Figlio, per dare al mondo la sua salvezza.


Maria, Paolo, Francesco, tutti i santi sono entrati gradualmente in questo mistero di penitenza e conversione. Hanno compreso il Vangelo della grazia. Si sono resi conto che Dio sta gridando fin dalla notte dei tempi il nostro nome. Non perché siamo bravi e non sbagliamo mai, ma perché siamo suoi figli. Ecco perché amiamo la Porziuncola: la sua stessa semplicità ci ricorda che non ci manca nulla per essere amati fedelmente da Dio. Così come siamo, con i nostro muri un po’ cadenti e la nostra piccolezza siamo il luogo nel quale il Signore ama dimorare con il suo Spirito.


Assumiamo allora l’occasione di questa festa per essere un po’ meno timidi di fronte alla grazia di Dio. Non stiamo lanciando un sasso in un pozzo oscuro. Stiamo attingendo a piene mani da una sorgente eterna e viva. Non perdiamo tempo a chiederci se è valido il modo con cui abbiamo celebrato l’indulgenza, magari peccando un po’ di scrupolo e di giuridismo. Ricordiamo che è valido diventare santi. La festa della Porziuncola e del Perdono di Assisi vuole essere un grande invito a ricominciare la nostra conversione e il nostro cammino verso il regno dei cieli.


Commenti

Anonimo ha detto…
"Signore accettami per come sono con le mie grandi debolezze, le mie paure, i miei dubbi, a volte anche sulla Tua presenza. Accompagnami e tienimi per mano ora che vedo con difficoltà le impronte sulla sabbia che sono proprio accanto alle mie. Il mio è un impegno, un cammino che voglio davvero fare verso di Te. Grazie per questa grande occasione che ci doni!"