Mercoledì - X Tempo Ordinario

Letture: 2Cor 3,4-11 / Sal 98 / Mt 5,17-19

COMPIMENTO


La Parola di Dio ieri ci ha ricordato una straordinaria prospettiva: nella nostra vita possiamo imparare a dire sempre ‘sì’, stringendoci nella fede al Signore Gesù, che ha fatto della sua vita un completo ‘amen’ al Padre.


Bello, bellissimo! Ma essere uomini e donne del ‘sì’ non significa diventare bonaccioni e beoti, che mostrano un estatico sorriso davanti ad ogni avvenimento della vita. Non vuol dire neanche trasformarsi in persone così tenere che non sanno più cogliere le differenze e le sfumature, perché vedono ormai luce e bellezza ovunque.


Gesù è molto preciso su questo punto: «Non pensiate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento» (Mt 5,17). La vita resta un cammino impegnativo, dove il bene e il male convivono e crescono insieme. Resta valida la Legge. Resta necessaria la fatica di riconoscere ciò che è buono e di rifiutare ciò che non lo è. Se perdiamo la vigilanza su questo punto, facilmente corriamo il rischio di prenderci «gioco di Dio» (Gal 6,7), «della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza» (Rm 2,4).


Piuttosto dobbiamo allontanarci da quell’atteggiamento rigido e formale che ci «uccide» (2Cor 3,6) e vivere i nostri molteplici impegni come figli, consapevoli che «la nostra capacità viene da Dio» (2Cor 3,5). Più preoccupati di mettere la vita in quello che facciamo che non di sbagliare, perché «i peccati saranno rimessi» (Gv 20,23). Siamo assolti dai peccati, non dalla Legge. Siamo liberati dal giudizio, non dalla fatica di dare la vita come ha fatto il Signore Gesù.


San Paolo trova un’espressione suggestiva per parlare di questa nuova condizione che caratterizza i cristiani: «ministri di una nuova alleanza» (2Cor 3,6). I discepoli di Gesù non devono più tesserarsi alla compagnia della buona morte, dove si osserva la Legge di Dio per paura «della condanna» (2Cor 3,9). Siamo diventati ministri «dello Spirito» (2Cor 3,8), cioè persone guidate interiormente dall’amore di Dio che porta a «compimento» (Mt 5,17) ogni desiderio iscritto nel cuore umano. Uomini e donne che approfittano della fiducia che Dio ha dimostrato nei loro confronti, per tendere alla verità piena della vita, senza arrestarsi davanti ai limiti che si pongono lungo il cammino.



Commenti

Anonimo ha detto…
Grazie fra Roberto per aver completato così bene oggi lo scritto del giorno precedente: quello del “Sì”.
Personalmente, dopo aver letto che “Dio potrebbe giudicarci peccatori e invece ci giustifica con la Sua grazia”, avrei potuto correre il rischio di lasciarmi andare: tanto la Sua misericordia è infinita…
Con il “compimento” tutto si è chiarito: “Siamo assolti dai peccati, non dalla Legge. Siamo liberati dal giudizio, non dalla fatica di dare la vita come ha fatto il Signore Gesù.
Queste sono le parole che desideravo sentirmi dire per non rimanere confusa.
Grazie anche per le tue quotidiane riflessioni che mi aiutano a comprendere ed approfondire con gioia la Parola del Signore.

Lucia